Trovato fossile di un notosauro; Nelle tre regioni si prevedono accumuli piovosi superiori alla media storica; Rilevano la presenza di accumuli di rifiuti nel Mar Mediterraneo › Noticien › Granma

Trovato fossile di un notosauro; Nelle tre regioni si prevedono accumuli piovosi superiori alla media storica; Rilevano la presenza di accumuli di rifiuti nel Mar Mediterraneo › Noticien › Granma
Trovato fossile di un notosauro; Nelle tre regioni si prevedono accumuli piovosi superiori alla media storica; Rilevano la presenza di accumuli di rifiuti nel Mar Mediterraneo › Noticien › Granma

Un team internazionale di scienziati, sotto la guida di ricercatori del Museo dell’Evoluzione dell’Università di Uppsala in Svezia, ha recentemente ritrovato quello che è considerato il più antico fossile di rettile marino dell’emisfero australe. La scoperta consiste nella localizzazione di una vertebra estratta da una roccia depositata nel letto di un ruscello vicino al Monte Harper, nell’Isola del Sud della Nuova Zelanda, e secondo gli specialisti fornirà nuove informazioni sui primi rettili marini che un tempo abitavano in quella parte della geografia mondiale. Secondo la recensione della scoperta, pubblicata sulla rivista accademica Current Biology, il fossile corrisponde a un notosauro, appartenente alla famiglia dei sauropterigi, ed è quaranta milioni di anni più vecchio di quelli di quella specie, conosciuti nell’emisfero australe.

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Sulla base dei risultati dei modelli e dei criteri degli specialisti, per il mese di luglio si prevede il verificarsi di precipitazioni accumulate superiori alla media storica nelle tre regioni del Paese, mentre le temperature massime e minime dovrebbero essere superiori alla media storica. nella media, ha riferito il Centro climatico dell’Istituto di meteorologia. Come mostrano le prospettive sul comportamento di queste variabili per il settimo mese del calendario, vi è un’alta probabilità che si sviluppi un nuovo evento La Niña – Oscillazione Meridionale (Aenos) tra luglio e agosto, fattore che, insieme al notevole il riscaldamento della superficie marina osservato in tutto l’Atlantico tropicale, supporta le proiezioni indicate dalle previsioni stagionali secondo cui l’attuale stagione ciclonica sarà molto attiva…

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Uno studio condotto dall’Università di Cadice e dall’Istituto di Scienze Marine di Barcellona, ​​collegato al Consiglio Superiore per la Ricerca Scientifica della Spagna, ha confermato che, con l’uso di tecnologie informatiche avanzate, è stato possibile rilevare dallo spazio, attraverso l’analisi di circa 300.000 immagini scattate in sei anni dal satellite europeo Copernicus Sentinel-2, la presenza di grandi accumuli di rifiuti nel Mar Mediterraneo e il monitoraggio dei loro movimenti. Secondo i risultati pubblicati sulla rivista accademica Nature Communications, quanto sopra ha permesso di stilare una mappa delle aree più inquinate del Mediterraneo e di ottenere dati rivelatori sui meccanismi che influenzano il trasporto dei suddetti rifiuti, tra cui il quantità significativa di plastica galleggiante.

 
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