Mariana Suárez Gauna svela il suo percorso di miglioramento nel suo libro

Vittima di abusi sessuali, porta alla luce la sua infanzia traumatica e sottolinea il valore di raccontare ciò che ci accade. Il tuo esempio può aiutare più persone APPUNTAMENTO

“Alba in viola” è il nome che Mariana Suárez Gauna ha scelto per il suo libro che ha iniziato a scrivere nel 2020, quando il confinamento dovuto alla pandemia di Covid-19 l’ha trovata con tanti silenzi che l’hanno portata a ricordare gli abusi subiti quando ero ancora una ragazza.

Questo venerdì dalle 19 presso l'”Espacio eLeBe” -San Martín 48- a La Banda e domenica alla stessa ora presso il Centro Culturale Ricardo Rojas -Pringles e Libertad- della capitale, Mariana condurrà un incontro musicale e letterario in che presenterà in provincia il suo libro, in cui parla per la prima volta di come superare l’esperienza traumatica degli abusi domestici.

Mariana Suárez Gauna, in dialogo con EL LIBERAL, ha spiegato che aveva appena 8 anni quando, nel 1987, sua madre presentò una denuncia penale per abuso sessuale.

“È stato un altro momento provinciale e culturale, non abbiamo mai avuto risposta, l’indagine non ha avuto successo”, ha spiegato Mariana, che all’epoca viveva con la sua famiglia nel quartiere di Mishqui Mayu.

Ha assicurato che gli ci sono voluti molti anni per riuscire ad “accettare” quello che gli è successo e che è stato necessario un duro “lavoro con la terapia per riuscire a superare quel trauma e avere uno sguardo più luminoso sugli eventi”.

Ha spiegato che “Dawn in Violet” ha iniziato a scriverlo nel 2020, quando era a Tafí del Valle, dove ha trascorso la prima parte della quarantena obbligatoria e gli ci sono voluti due anni per finirlo, e poi ha preso la decisione di pubblicarlo solo adesso.

“È stata una decisione difficile, ma ho il sostegno della mia famiglia”, ha detto Mariana, che oggi mostra una forza che può servire da esempio e motivazione per incoraggiare altre persone ad iniziare un percorso di miglioramento.

“Il coraggio di raccontare la storia è venuto da mia figlia, che ora ha 10 anni, perché sappia cosa è successo. Era per tutti, per le mie nipoti”, ha detto. Ha poi aggiunto: “Lo scopo è che tutte le ragazze e i ragazzi sappiano che l’unico modo (per superarlo) è parlarne, in modo che abbiano la sicurezza di poter parlare e raccontare cosa sta succedendo loro”, ha concluso. L’ingresso sarà gratuito e prevederà la presenza dei musicisti che parteciperanno all’evento.

 
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