La Corte Costituzionale ha condannato il Ministero per le Pari opportunità per vizi procedurali

La Corte Costituzionale ha condannato il Ministero per le Pari opportunità per vizi procedurali
La Corte Costituzionale ha condannato il Ministero per le Pari opportunità per vizi procedurali

IL Corte Costituzionale ha fatto cadere il Ministero dell’Uguaglianza Francia Marquez a causa di vizi procedurali nella Congresso.

Lui il ministero non esisterà dopo il 20 giugno 2026 poiché la decisione è stata assunta con effetti differiti in due legislature

La Corte ha ritenuto che, nell’art iter di approvazione della Legge 2281 del 2023Lui Il Congresso della Repubblica è incorso in un vizio procedurale insormontabile.

Non ha effettuato l’analisi dell’impatto fiscale della creazione del Ministero dell’Uguaglianza e dell’Equitàin conformità con le prescrizioni previste dall’articolo 7 della legge 819 del 2003, con il quale si dettano norme organiche in materia di bilancio, responsabilità e trasparenza fiscale e si dettano altre disposizioni”, si legge nella decisione.

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Per l’Alta Corte Tale omissione violava l’articolo 151 della Costituzionesecondo cui il rispetto dei requisiti per l’approvazione delle leggi ordinarie previsti dalle leggi organiche, come la legge 819 del 2003, Costituiscono parametro di costituzionalità e di validità. “Per questo motivo, ilall’Assemblea plenaria ne ha dichiarato l’inapplicabilità della legge 2281 del 2023”, ha osservato la Corte plenaria.

Anche ha deciso di differire gli effetti della dichiarazione di inapplicabilità: “La Corte ha ritenuto che dichiarare l’inapplicabilità con effetto immediato implicherebbe l’eliminazione del settore amministrativo di Uguaglianza ed Equità e, naturalmente, del ministero che lo dirige”.

Secondo l’Assemblea plenaria, Ciò causerebbe una disarticolazione istituzionale che influenzerebbe l’attuazione delle politiche pubbliche. che è stato concepito dal legislatore e dall’esecutivo per garantire i diritti dei soggetti di speciale tutela costituzionale, come le madri capofamiglia e le persone con disabilità. Ciò potrebbe, a sua volta, compromettere la validità del principio di uguaglianza e, in particolare, del mandato previsto dall’articolo 13.3 della Carta Politica”, ha spiegato la Corte.

Il voto

Lui Il magistrato Jorge Enrique Ibáñez Najar ha parzialmente salvato e chiarito il suo voto.

IL magistrati Juan Carlos Cortés González e Antonio José Lizarazo Ocampocosì come il i magistrati Natalia Ángel Cabo e Diana Fajardo Riverasi sono riservati la possibilità di chiarire il voto.

 
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