L’Unión si è buttata nel fango e ha vinto con grande carattere contro l’Independiente Rivadavia

Mercoledì 5.6.2024

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Quando due squadre pensano più a distruggere che a costruire, quello che è venuto fuori in quel primo tempo di estrema piattezza, senza situazioni pericolose davanti alla porta e appena “scosso” da quella giocata in cui quel pessimo arbitro di nome Lobo Medina ha dato un non- rigore esistente per l’Independiente Rivadavia che, fortunatamente, il VAR ha corretto e lo stesso arbitro ha corretto l’errore respingendo il tiro da dodici passi dopo un fallo di mano del tutto accidentale di Pardo, con il braccio messo in una posizione del tutto naturale e senza spazio né tempo per impedirlo il centro dal colpire la mano sinistra senza alcuna intenzione.

La partita si è giocata in un’area di gioco molto ridotta, quasi nessuna lucidità, qualche gamba piazzata più forte del solito e nessuno spazio per nessuno dei due. L’Unión ha sentito la mancanza di Luna Diale, non aveva il calcio in mezzo ed ha esagerato nel tiro alla ricerca di Orsini o Balboa, che hanno lavorato completandosi a vicenda (quando uno andava a cercare il tiro, l’altro lo colpiva alle spalle indietro o arrivato da dietro per tentare di sferrare un attacco che non è mai esistito).

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L’assoluta assenza di giocate pericolose. E oserei quasi dire che i tiri in porta hanno fatto sì che la partita venisse giocata nella mediocrità più assoluta. Dunque, come spesso si dice, questa volta lo 0-0 ha finito per configurare in maniera netta quella che è stata una partita molto opaca, poco brillante, definitivamente tagliata e senza nulla che potesse entusiasmare nessuno.

L’Unión ha lavorato con la consueta solidità sullo sfondo, al di là di alcuni problemi nel settore Vera che hanno costretto alla chiusura definitiva del Paz quando Palacios o Ostchega si sono rivolti al loro settore per stabilire una sorta di partnership con Reali, che rischiava di diventare l’attaccante più pericoloso del la squadra di Mendoza finché i difensori ospiti non gli hanno preso la mano.

Nell’Unión, poco straripamento sugli esterni, poca lucidità nella gestione della palla in mezzo, dove né Mauro Pittón né Simón Riverop sono riusciti a dargli il calcio necessario e lì, quasi orfani, i due attaccanti sono rimasti a vedere se riuscissero a gestirlo, aggiustare con quelle palle lunghe che arrivavano dal basso.

Così, con tanti combattimenti, gambe forti da entrambe le parti e la palla che generalmente volava in aria e non correva a terra, la partita è diventata noiosa, senza azioni pericolose davanti alla porta e, quindi, estremamente noiosa e con un pareggio giusto quanto prevedibile.

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Il secondo tempo è stato esattamente l’opposto. Non perché il gioco sia migliorato calcisticamente, ma perché è cresciuto nella tensione e anche negli eccessi che hanno portato il cattivo Lobo Medina a espellere tre giocatori, due buoni (Balboa e Ramis) e uno cattivo (Bruno Pittón, perché il secondo il cartellino giallo era eccessivo ed ingiusto).

La mancanza di miglioramenti calcistici ha lasciato il posto a emozioni e alti e bassi. Nell’Unión, Kily ha deciso di eliminare Mosqueira (rimproverato) per inserire Del Blanco, con il quale Mauro Pittón (uno dei migliori dell’Unión) si è spostato al centro e Rivero è andato a giocare a destra. Il centrocampo dell’Unión cresce ed è proprio Simón Rivero a realizzare un passaggio filtrato e millimetrico per lasciare solo Balboa, che viene toccato da un difensore, inciampa, cade e l’arbitro sanziona il rigore realizzato dallo stesso Balboa.

Questi alti e bassi della partita si sono riflessi nelle espulsioni, perché Lobo Medina ha espulso Ramis per un calcio subdolo ai danni di Bruno Pittón, per il quale ha dovuto ricorrere inspiegabilmente al VAR, che gli ha fatto vedere il suo errore (aveva solo le hanno dato un cartellino giallo). E subito l’Unión ha l’occasione di chiudere la partita con un uno contro uno di Orsini che definisce con un tiro che finisce sopra la traversa.

Immediatamente Bruno Pittón – che è stato rimproverato – non è riuscito a trattenersi e “se l’è presa” con un rivale. L’arbitro, con l’errata intenzione degli arbitri di cercare di compensare, non ha capito che l’azione era stata del tutto casuale e gli ha mostrato il secondo giallo. Sono 10 contro 10 e l’Independiente Rivadavia comincia a recuperare. Kily aveva già inserito Roldán, cambia subito Gamba per Orsini per puntare in contropiede e poi arriva l’inspiegabile – e criticabile – azione di Balboa, che in modo incomprensibile mette la mano in faccia a un giocatore locale e l’arbitro, questo tempo correttamente, lo ha espulso dal campo, lasciando l’Unión in 10 quando c’era ancora poco da giocare (5 minuti più i 6 aggiunti).

Con perseveranza, sacrificio e chiusura, l’Unión è riuscita a mantenere il vantaggio e ha finito per vincere una partita in cui si è combattuto più di quanto si è giocato. Senza ripetere la buona partita giocata con il Barracas Central, ma con segnali di praticità ed efficacia in queste partite in cui non ci sono molte situazioni, come ne aveva avute parecchie contro il Barracas Central. Ha vinto bene, aveva solidità difensiva, personalità e in quel quadro di partita combattuta e senza spazi, si è infilato nel fango e alla fine ha vinto bene.

Questo buon inizio di campionato permette all’Unión non solo di entrare nel gruppo dei vincitori del torneo, ma anche tra quelli classificati della Sudamericana. È rassicurante e ti permette di affrontare il mercato con serenità al di là del fatto che devi ancora giocare la partita casalinga con il San Lorenzo. L’Unión ha una base e uno stile affinati dal suo allenatore, ma a maggior ragione dovrebbe pensare a dargli quella gerarchia di cui ha bisogno per fare il salto di qualità che gli permetterà di sostenere questo progressivo miglioramento che sta sperimentando. , soprattutto nei risultati.

 
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