Gli insegnanti di Santa Fe presenteranno una massiccia richiesta per ottenere la restituzione dello sconto di disoccupazione

Gli insegnanti di Santa Fe presenteranno una massiccia richiesta per ottenere la restituzione dello sconto di disoccupazione
Gli insegnanti di Santa Fe presenteranno una massiccia richiesta per ottenere la restituzione dello sconto di disoccupazione

Gli insegnanti di Santa Fe presenteranno una massiccia richiesta per ottenere la restituzione dello sconto di disoccupazione

Gli insegnanti pubblici della provincia stanno compilando, su richiesta del sindacato Amsafe, moduli individuali per richiedere legalmente il rimborso per la giornata di sciopero dell’8 maggio, che il governo provinciale ha detratto a coloro che hanno aderito al provvedimento di forza e non hanno compilato la dichiarazione giurata. . Il sindacato prevede di presentare venerdì prossimo queste note, nonché un reclamo collettivo, davanti al Ministero del Lavoro, al cui capo ogni presentazione è diretta.

A partire da questo lunedì gli educatori hanno iniziato a ritirare il modello di nota e a consegnarlo – in duplice copia e con una copia della ricevuta dello stipendio – a ciascuna delegazione dipartimentale. I moduli vengono distribuiti anche nelle scuole.

Nel testo della denuncia si precisa che la somma scontata è “per aver esercitato il legittimo e costituzionale diritto di sciopero”, che risulta “violato”. E sottolinea che “lo sconto per le giornate di sciopero è lo strumento di pressione in possesso del potere del datore di lavoro, paradossalmente in questo caso dello Stato stesso, attraverso il Ministero dell’Istruzione, di neutralizzare l’azione sindacale, esercitato democraticamente”.

Allo stesso modo, si precisa che questo strumento “non deve essere utilizzato da chi ha tutto il potere nel rapporto di lavoro, perché si tratta di uno strumento efficace che smantella improvvisamente ogni misura di forza”. E sostiene che “costituisce un abuso di potere da parte dello Stato disporre ed applicare sconti automatici, senza valutare tempi, modi, circostanze personali, ecc.”

A causa dello sciopero dell’8 maggio, gli educatori di Santa Fe hanno ricevuto sconti tra 20.000 e 28.000 pesos per i posti di testimone e circa 47.000 pesos per i posti gerarchici. A tale somma va considerato il mancato pagamento del premio Perfetta Frequenza.

La nota solleva inoltre una “riserva per i danni cagionati dallo sconto indebito”, mentre – sottolinea – vengono lesi diritti tutelati da garanzie costituzionali, come il diritto alla proprietà, al cibo, all’uguaglianza davanti alla legge e alla non discriminazione (. artt. 16, 17, 18, 14 bis e 75, inc. 22 della CN e 20 della Costituzione provinciale).

Da notare che la Giunta provinciale ha deciso di dare esecuzione agli sconti e di non sottoporli a discussione in seno all’associazione paritetica, che si è poi risolta con un accordo sull’aumento salariale. Ha inoltre riferito, tramite il Ministro del Governo, che d’ora in poi non si farà più alcuna distinzione se la misura della forza sarà applicata alla Provincia o alla Nazione. Questo perché il 9 maggio anche gli insegnanti di Santa Fe hanno effettuato lo sciopero nazionale di Ctera, e in quel caso non sono stati scontati.

“Guarda avanti”

Da parte sua, il ministro dell’Istruzione, José Goity, ha dichiarato martedì a mezzogiorno, dopo la cerimonia di aggiudicazione delle nuove aule, che “si tratta ora di guardare al futuro, perché gli scioperi sono già finiti e i giorni di lezione erano già trascorsi perso. E che non potrà essere recuperato con alcuna presentazione amministrativa o giudiziaria, o qualcosa del genere.”

“Quindi, in definitiva, penso che quello che dobbiamo fare ora, governo, insegnanti, sindacati e società in generale, è vedere come possiamo generare un apprendimento maggiore e migliore”, ha aggiunto. Il funzionario ha giustificato che il diritto di sciopero “è un diritto costituzionale, che tuteliamo, e che è altrettanto legittimo quanto il diritto che ha lo Stato provinciale, in questo caso, a non pagare per una giornata non lavorata”.

Assenteismo, dati gonfiati?

Goity ha fatto riferimento anche al tema dell’assenteismo degli insegnanti ed è “disposto” a istituire “un tavolo di dialogo” con i sindacati per discuterne. Ha affermato che “abbiamo redatto il rapporto (con i dati), lo abbiamo presentato in un organismo congiunto e c’era pochissima disponibilità a discuterne, ecco perché siamo andati avanti con strumenti diversi”.

“La prima cosa che bisogna fare per risolvere un problema è accettarlo. Se discuto i numeri e il rapporto ma non la realtà, insomma, non è positivo. Vogliamo discutere positivamente”, ha avvertito il funzionario, dopo sottolineando che “tutta” la società conosce il problema: i genitori, gli insegnanti, i dirigenti, i funzionari. Poi misureremo e vedremo quanto è grave, quali sono le strategie per risolverlo, ma quello che non possiamo fare è ignorarlo negare il problema.”

Va notato che in un comunicato Sadop Rosario ha accusato il Ministero dell’Istruzione di aver gonfiato le statistiche sull’assenteismo degli insegnanti con l’obiettivo di stigmatizzare e giustificare il presenzialismo obbligatorio. Secondo i documenti ufficiali ottenuti attraverso il Sistema di Gestione Amministrativa Scolastica (Sigae), queste “rappresentano il 12,97% delle assenze per motivi di salute; cioè la terza parte di quanto pubblicamente e ripetutamente affermato dal Ministero dell’Istruzione”, che parlava del 32,7%

Interrogato in merito dai media locali, il ministro ha difeso i dati: “I rapporti che abbiamo presentato sono stati preparati dal personale del Ministero dell’Istruzione. Non abbiamo inventato alcuna cifra. In ogni caso, quello che hanno questi dati sono interpretazioni “Possiamo discutere e analizzare tutte le possibili interpretazioni nell’ambito della buona fede e di un atteggiamento positivo e proattivo.”

 
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