su cosa lavorano, quanto hanno studiato e il loro ruolo di madri

su cosa lavorano, quanto hanno studiato e il loro ruolo di madri
su cosa lavorano, quanto hanno studiato e il loro ruolo di madri

Secondo il rapporto preparato e consultato LM Neuquén, La maggior parte delle donne vittime lavora. Possono essere lavoratori domestici che lavorano presso abitazioni private o personale di pulizia esternalizzato (23,6%) e dipendenti della pubblica amministrazione (18,2%). Più in basso sono seguiti per importanza da lavorare nel campo dell’istruzione (10,9%), nel negozi (7,3%), di conto proprio (7,3%) e nel cura degli anziani (7,3%).

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Omar Novoa

Nell’area dell’assistenza globale per le donne in situazioni di violenza di genere, sono state ricevute 380 consultazioni urgenti, tutte con consulenza legale.

Intanto le donne che si sono espresse non funziona (26,7%) Sono disoccupati, casalinghe o pensionati. “I compiti di cura non sono retribuiti o non sono economicamente attivi”, avvertono nel rapporto. I dati sono molto utili perché riflettono la vulnerabilità a cui potrebbero essere esposti a causa della mancanza di indipendenza economica. Programmi o politiche che danno potere alle donne con un lavoro sostenibile possono essere la chiave per uscire dal ciclo della violenza.

Come altro fattore di grande vulnerabilità, il bassa percentuale di vittime donne con studi completati. Solo il 4,5% ha frequentato il livello primario, il 12,8% il livello secondario e il 9,3% il livello superiore. Per i restanti casi non sono disponibili dati, poiché questo record corrisponde agli indicatori incorporati negli ultimi mesi.

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Le vittime che subiscono violenza di genere lavorano come collaboratrici domestiche o lavorano nella pubblica amministrazione.

Sottosegretario Comunale alle Donne

L’età media delle donne entrate nel primo trimestre è di 38 anni.

In rapporto alla composizione familiare delle donne entrate, più della metà sono donne avere figli a carico (76,7%). Dalla suddivisione risulta che il 34,8% ne ha uno solo, il 16,7% ha due figli, il 19,7% ha 3 figli e il 28,8% ha 4 o più figli.

Un altro indicatore rilevante ha a che fare con le condizioni materiali della vita, se Hanno una casa propria (34,1%) o un affitto (20,7%). I dati però non sono completi perché sono stati recepiti negli ultimi mesi. La maggior parte di essi dispone di gas, elettricità e acqua, in ogni caso oltre il 70%.

Cosa si dice degli aggressori

Per quanto riguarda le persone identificate come aggressori, si tratta di uomini maggiorenni. Sono state ricevute solo cinque consultazioni relative a donne che commettono violenza e, di queste, solo due sono state incluse come ammissioni. Dai dati raccolti sembra che Il 47,7% degli aggressori lavora e il 10,5% è disoccupato. Questa è una variabile in costruzione, quindi la percentuale rimanente è senza informazioni. Finalmente, 20% degli aggressori presentano qualche tipo di consumo problematico in relazione ad alcol, droghe o entrambi.

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La maggior parte delle vittime subisce violenze fisiche e psicologiche.

Sottosegretario Comunale alle Donne

Come vengono presentati i reclami

Un dato interessante è che, del reddito totale, il 75,6% del le donne hanno denunciato spontaneamente il loro aggressore. Sono cioè arrivati ​​all’ufficio del sottosegretario di propria spontanea volontà, magari perché hanno seguito il consiglio o la raccomandazione di un vicino o di un familiare; per aver visto un poster o aver ricevuto un opuscolo nel loro quartiere o aver partecipato a un seminario sulla violenza di genere sul posto di lavoro organizzato da questa organizzazione e dal quale hanno contattato la Casa Comprensiva delle Donne “Aliwenko”. Il reddito derivante dai centri di accoglienza costituisce il 5,8%, l’assistenza preventiva il 4,7%, la linea 148 il 4,7%, l’ufficio violenza il 4,7% e il tribunale della famiglia il 3,5%.

Durante il primo colloquio con le donne che vengono al Casa integrale delle donne “Aliwenko”, Il team di professionisti raccoglie una serie di dati sociodemografici che consentono la redazione di report periodici. A metà del primo trimestre nei moduli di registrazione sono stati integrati nuovi indicatori, motivo per cui alcuni di essi sono classificati come “Nessun dato”. I dati finora raccolti consentono però anche di delineare profili e trend da considerare nei report futuri.

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La maggior parte delle vittime subisce violenze fisiche e psicologiche.

Sottosegretario Comunale alle Donne

Tipo di violenza dichiarata

Per quanto riguarda il numero totale dei casi ammessi nei primi quattro mesi, si è registrata una percentuale maggiore di casi di violenza fisica (41,4%) e di violenza psicologica (37,9%). In misura minore, ma non per questo meno importante, si sono verificati anche casi di violenza economica (10,3%), violenza sessuale (6,9%) e violenza sul lavoro (3,4%). Va notato che molti casi coinvolgono più di un tipo di violenza contemporaneamente.

Sul totale dei casi ammessi, Il 63,2% identifica l’aggressore nell’ex partner o nell’ex maritoche sottolinea l’importanza di sottolineare questi collegamenti per lavorare sul problema della violenza di genere.

Nel 51,2% dei casi le donne hanno sporto denuncia, Il 42,9% non ha presentato alcun tipo di reclamo, e per il restante 6% non esistono dati.

Su un totale di 86 casi ammessi, 34 sono in misura cautelare, ovvero il 29,24% dei ricoveri. A loro volta, di tali misure, solo 2 sono state rinnovate.

 
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