I legislatori-giornalisti di Santa Fe riflettono sulla situazione della stampa

I legislatori-giornalisti di Santa Fe riflettono sulla situazione della stampa
I legislatori-giornalisti di Santa Fe riflettono sulla situazione della stampa

Giovedì 13.6.2024

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Ultimo aggiornamento 19:34

La Legislatura di Santa Fe ha onorato i giornalisti questo giovedì, 13 giugno, in un evento organizzato da entrambi gli organi deliberativi, “sotto il tono del lavoro congiunto” che la presidente della Camera dei Deputati, Clara García, ha descritto per i quattro anni dell’attuale composizione . L’operazione è avvenuta quasi una settimana dopo il 7, “per rispettare la celebrazione” offerta dal governatore Massimiliano Pullaro senza sovrapposizioni, come ha poi ricordato la vicegovernatrice Gisella Scaglia.

Entrambi hanno condotto un evento in cui era chiaro che esiste un folto gruppo di legislatori provinciali che sanno cos’è il giornalismo e che – come sostengono – non hanno smesso di essere e pensare come giornalisti. Cinque sono stati gli interventi di deputati e senatori provinciali che provengono dalla professione per loro così importante, e viceversa.

Ma al quintetto formato dai deputati María del Rosario Mancini, Silvana Di Stéfano e Carlos del Frade; e ai senatori Leticia Di Gregorio e Siro Ceisas, intervenuti al microfono nella doppia veste di legislatori-giornalisti, vanno aggiunti Rubén Galassi e Rossana Bellatti, come ha sottolineato il deputato García nel corso dell’incontro.

Questo giovedì, 13 giugno, la legislatura di Santa Fe ha onorato i giornalisti. Credito: Senato Press

Esiste però un ottavo nome, quello di Amalia Granata, e addirittura un nono, quello di Rodrigo Borla. La deputata provinciale è associata al giornalismo di “spettacolo”, al “gossip di cronaca” e allo spettacolo, ma qualunque sia l’etichetta, la sua figura è associata ai media. Nel caso del senatore a capo del blocco di maggioranza al potere, il radicale è avvocato ma anche profondo lettore di storia, saggista e conduttore di un programma radiofonico a San Justo su quella sua seconda passione. Anche se il capo della Commissione Affari Costituzionali e Legislazione Generale non lo dice, la sua partecipazione regolare a un mezzo di comunicazione gli permetterebbe di aderire al sindacato della stampa.

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Omaggio del Senato di Santa Fe ai 50 anni di giornalismo di Teresa Pandolfo

Di tutti e due, Granata e Borla, con profili così diversi, c’è da chiedersi se non siano anche giornalisti… Il fatto è chi lo fa, come succede con i lavori; anche se per fare giornalismo di qualità sono necessarie le conoscenze, le tecniche e la formazione approfondita richieste dall’esercizio di una professione. Pertanto, è sia un lavoro che una professione, e il contrario.

Con un ingrediente in più: è l’unica professione in cui non è richiesta una laurea abilitante (perché la libertà di espressione non può essere collegiale). E neppure, in quanto mestiere, può essere delimitato da una corporazione; anche se potrebbe –dovrebbe- essere sostenuto da rivendicazioni sindacali collettive.

L’evento per l’ultima Giornata del Giornalista è stato organizzato da entrambe le Camere. Credito: Senato Press

Il giornalismo in Argentina è figlio della carta e della stampa. Da “diarismo”, parola che piaceva a Sarmiento, o dall’esercizio di giornalismo di parte con cui nacquero le prime pubblicazioni cartacee, sempre legate a cause politiche (come La Gaceta, ovviamente) e ad altre esperienze successive. Successivamente sono emerse le società giornalistiche e la professionalizzazione dell’attività.

La Legge sullo Statuto dei Giornalisti (che nelle prime versioni della Legge Omnibus si intendeva abrogare) è il prodotto di quei due secoli. La norma è fondamentale per l’esistenza di un’attività salariata che si permette di avere tensioni con il potere, in un gioco in continua evoluzione. E i legislatori che sono intervenuti conoscono entrambi i lati della medaglia, lo hanno spiegato molto bene. “Il giornalismo si fa quando viene alla luce ciò che qualcuno vuole nascondere”; “le notizie sono ciò che interessa al pubblico”; “cosa si fa nel luogo che la pubblicità lascia libero”; “il giornalismo è libero o è una farsa”; “il miglior lavoro del mondo”; “quella vocazione, questa passione.” I relatori hanno parlato di queste tensioni tra giornalismo e potere, della necessità di una visione critica della stampa per il sistema democratico, del valore di chiedere (anche se ora sono loro a dover rispondere).

Omaggio e solidarietà

Clara García ha sottolineato che i giornalisti (come i leader politici) devono essere vicini a coloro che sono importanti per la cosa pubblica, così come a tutte le persone. Gisela Scaglia ha ricordato l’omaggio all’ex giornalista di El Litoral Teresa Pandolfo che ha festeggiato 50 anni di attività e dal suo intervento ha colto un dato centrale che spezza in due quel mezzo secolo: la ripresa democratica che va avanti già da più di 40 anni. Ha anche espresso la sua solidarietà ai giornalisti aggrediti nella manifestazione di mercoledì davanti al Congresso e ha menzionato in particolare il collega la cui macchina con la scritta Cadena 3 è stata bruciata.

Oltre agli interventi delle autorità delle due Camere, i legislatori-giornalisti hanno parlato della crisi della stampa, della difficile aspirazione di “essere almeno in parità a fine mese” tra i giornalisti stipendiati, della rapida trasformazione dei media e messaggi, formati e stili giornalistici, nonché pratiche di comunicazione, e ha riflettuto sui problemi in tempi di “post-verità”.

 
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