I cubani che emigrano perderanno le loro proprietà dopo la nuova legge sull’immigrazione?

Uno dei messaggi più riprodotti dopo la pubblicazione della nuova legge sull’immigrazione è che i cubani non perderanno le loro proprietà a Cuba una volta emigrati.

Questa è un’affermazione fuorviante.

Il disegno di legge non garantisce che le persone che lasciano il paese non perderanno le loro proprietà, non importa quanto tempo rimarranno fuori da Cuba. Le disposizioni riguardanti la perdita dei diritti patrimoniali o successori sono contenute in norme diverse dalla futura legge sull’immigrazione.

La legge che regola l’impossibilità per gli emigranti di ereditare beni a Cuba a causa della “partenza definitiva dal Paese” è il Codice Civile. Nello specifico, l’articolo 370. In nessun punto del progetto è prevista una modifica del codice civile o dell’articolo 370. Pertanto, se il progetto venisse approvato nella forma pubblicata, rimarrebbe l’attuale divieto di successione.

Allo stesso modo, la Legge Generale sull’Edilizia stabilisce all’articolo 81 che le proprietà di proprietà di una persona che ha “lasciato definitivamente il Paese” saranno “[confiscados] dallo Stato allo scopo di poter trasmettere i suoi beni agli aventi diritto. Il progetto non prevede nemmeno l’abrogazione dell’articolo 81.

Per quanto riguarda la proprietà dei veicoli, un’indicazione recente e significativa – emanata in occasione della stesura della politica migratoria descritta nel progetto – può servire da indicatore di ciò che verrà.

Nel febbraio 2023 il Consiglio di Stato ha emanato il Decreto 83 che regola, tra gli altri aspetti, il trasferimento di proprietà dei veicoli. La normativa ha abrogato il decreto 320 del 2013 e, quindi, eliminato il potere del Ministero dei Trasporti di ordinare “la perdita del diritto di proprietà” per trasferire il veicolo ai parenti del proprietario emigrato.

Tuttavia, nella Terza Disposizione Speciale, il Decreto 83 stabiliva che “le persone fisiche, cubane e straniere, residenti nel territorio nazionale, interessate a promuovere l’acquisto della proprietà di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi il cui proprietario non risiede nel territorio nazionale territorio, si procede secondo quanto stabilito dalla normativa vigente per il processo di trasferimento della proprietà dei beni.

La Terza Disposizione Speciale del Decreto 83 sembra lasciare viva la possibilità che chi lascia Cuba veda limitati i propri diritti derivanti dalla proprietà di un veicolo. L’analisi è in linea con l’articolo 2 della norma, secondo il quale solo le persone “residenti nel territorio” possono “trasmettere tra loro la proprietà degli autoveicoli”. Secondo quanto previsto dall’articolo 2 del decreto 83, se il proprietario di un veicolo fosse qualificato come “residente all’estero”, perderebbe ogni possibilità di vendere o donare il proprio veicolo.

A sua volta, la legge sull’immigrazione stabilisce che i cubani possano essere considerati solo all’interno di due categorie di immigrazione. Vale a dire: residenti nel territorio nazionale e residenti all’estero. Saranno residenti all’estero coloro che alla fine di un anno solare non hanno vissuto “la maggior parte del tempo” a Cuba. In altre parole, se dopo l’entrata in vigore della legge sull’immigrazione, il proprietario di un veicolo lascia Cuba nel primo trimestre dell’anno e non vi ritorna alla fine di dicembre, potrebbe essere dichiarato residente all’estero e perdere automaticamente la possibilità di vendere o donare il proprio veicolo, il che implica una limitazione del diritto di disposizione relativo alla proprietà del bene.

Ad oggi, a Cuba non esiste una procedura generale che regoli la modalità di trasferimento della proprietà dei non residenti nel Paese. Esistono e sono esistite normative specifiche che prevedono il trasferimento di beni specifici (abitazioni o automobili). Per questo motivo si precisa che la Terza Disposizione Speciale del Decreto 83 potrebbe annunciare la futura adozione di una procedura generale che preveda un unico processo per trasmettere integralmente – e non specificatamente – il patrimonio di un soggetto residente all’estero.

L’utilizzo del termine “residenza” da parte della Terza Disposizione Speciale del Decreto 83 contribuisce ad approfondire i sospetti. Le norme che stabiliscono i trasferimenti di proprietà di veicoli e abitazioni parlavano di proprietari che erano “emigrati” o che avevano “lasciato definitivamente il Paese”. Ma il decreto 83 – i cui redattori erano a conoscenza delle possibili modifiche che sarebbero state apportate in materia di immigrazione – utilizza, in piena consonanza con il progetto, i termini “residenti” e “non residenti” per indicare coloro che possono chiedere il trasferimento di proprietà e a coloro che potrebbero perderla.

Se si analizzano le disposizioni del Decreto 83 e l’assenza di riferimenti espliciti nella legge sull’immigrazione, si potrebbe dedurre che, invece di eliminare le barriere affinché la comunità cubana emigrata possa possedere e godere delle proprie proprietà a Cuba, in futuro, potrebbero essere introdotte modifiche legislative che condizionino la perdita della proprietà o il suo godimento non ai termini “emigrato” o “partenza definitiva dal Paese”, ma a quelli di residenti o non residenti (come proposto nel progetto).

L’idea può essere giustificata anche dal fatto che la normativa attuale – compresa quella più recente – utilizza la residenza nel territorio nazionale come condizione per possedere case, automobili e attività commerciali a Cuba. Anche con il fatto che il progetto istituisce, all’interno della categoria generale dei residenti all’estero, una sottocategoria speciale dedicata ai cubani che investono o hanno attività commerciali nell’isola. Da quanto sopra si evince che l’intenzione sembra essere quella di mantenere la residenza nel territorio nazionale come condizione per il godimento dei beni e di imporre particolari requisiti ai residenti all’estero che vogliano godere di tale diritto.

Quali saranno i requisiti? Il progetto non lo chiarisce, quindi per saperlo bisognerà attendere la futura promulgazione dei suoi regolamenti e le modifiche che potrebbe promuovere in norme come la Legge generale sull’edilizia abitativa e il Codice civile.

Qualsiasi esercizio interpretativo – come questo – che venga effettuato prima della promulgazione del regolamento o delle modifiche legislative essenziali è del tutto speculativo.

Ma molto più speculativo e fuorviante è affermare, sulla base del contenuto della legge sull’immigrazione, che l’approvazione ne garantirà l’approvazione di per sé che gli emigranti cubani possano mantenere o acquisire proprietà e attività commerciali a Cuba.

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