Milei, scortata e premiata da Ayuso con velate critiche a Pedro Sánchez: “Non lasciate che il socialismo vi rovini la vita”

Milei, scortata e premiata da Ayuso con velate critiche a Pedro Sánchez: “Non lasciate che il socialismo vi rovini la vita”
Milei, scortata e premiata da Ayuso con velate critiche a Pedro Sánchez: “Non lasciate che il socialismo vi rovini la vita”

Isabel Diaz Ayuso elogia Javier Milei durante la consegna della Medaglia Internazionale della Comunità di Madrid

Javier Milei, presidente dell’Argentina, non ha deluso le aspettative durante la sua seconda visita in Spagna in appena un mese. Scortato questa volta dalla presidentessa madrilena, Isabel Díaz Ayuso, che gli ha conferito la Medaglia Internazionale della Comunità di Madrid (il pretesto ufficiale perché i due leader politici si incontrassero finalmente), Milei, il nuovo riferimento della destra internazionale, non si è lasciato sfuggire l’opportunità di attaccare nuovamente contro il governo di Pedro Sanchez. Con la crisi diplomatica con la Spagna ancora aperta, ‘Peluca’ ha approfittato del suo intervento per provare a tenere un ‘master’ di economia, difendendo il liberalismo e criticando il socialismo, che ha definito un “mostro aberrante”.

Milei è stato più discreto rispetto alla sua precedente visita al raduno organizzato da Vox. In quell’occasione definì “corrotto” alla moglie di Pedro Sánchez e generò uno sconvolgimento politico tra Spagna e Argentina che infuria ancora oggi. Questo venerdì, nella sede della Comunità di Madrid, ha mascherato la sua velata critica a Sánchez attaccando direttamente il socialismo. “Se i socialisti capissero l’economia non sarebbero socialisti”, ha detto Milei. “Non lasciate che il socialismo rovini le vostre vite.” Il tutto sotto l’occhio vigile di Ayuso, vestito di blu in omaggio ai colori della bandiera argentina.

Durante il suo discorso, Javier Milei ha menzionato molto brevemente Pedro Sánchez. “Sono venuto ad avvisarvi del rischio che correte”, ha implicitamente accennato riferendosi al capo dell’esecutivo spagnolo, sottolineando prima che “il socialismo si basa sull’odio” e sul “risentimento” e andando ben oltre, assicurando che ha causato milioni di “omicidi”. Anche messo in guardia dai politici dalle “mani porose” (metafora per gli addetti ai lavori), scivolando nelle parole moglie e fratello, “e chi vuole capire, capisca”, in un’altra velata allusione ai problemi giudiziari che hanno la moglie e il fratello di Pedro Sánchez. Milei non voleva ricamare senza filo.

Milei ha approfittato anche dell’altoparlante che Ayuso gli ha prestato per elencare le virtù della sua gestione politica dopo aver preso il comando di un Paese “in rovina” e con “più del 50% poveri”. In meno di sei mesi, ha assicurato il presidente, “abbiamo raggiunto l’equilibrio finanziario nel Tesoro, abbiamo apportato un aggiustamento di 15 punti nel PIL”. E il fatto è che “dalla crisi non si esce con il populismo, ma solo con il liberalismo e il duro lavoro. I veri eroi sono gli uomini d’affari e gli imprenditori”, ha osservato, per sottolineare la sua formula magica: abbassare le tasse e non generare debito. E, soprattutto, fuggire dalla giustizia sociale. “La virtù del socialismo è generare povertà. E la giustizia sociale è un mostro aberrante, ingiusto e violento, perché viola l’uguaglianza davanti alla legge, prende ad alcuni e dà ad altri”.

Proteste a Madrid contro Javier Milei

Milei ha criticato l’aumento delle tasse, che ha descritto come “un’espropriazione che viola i diritti di proprietà”, e ha sottovalutato i politici che lasciano che le loro economie si indebitino (Il debito pubblico della Comunità di Madrid supera i 30 miliardi di euro). “Il politico più spietato e populista vuole il debito, il partito del presente si paga con il lavoro del futuro, di persone che non sono nemmeno nate”. Il presidente ha concluso le sue parole, un po’ sconnesse, sottolineando l’ammirazione che prova per Ayuso e “per la sua enorme battaglia e per i suoi grandi discorsi per avvisarli del rischio che corrono”.

La visita di Milei ha generato enormi polemiche e aspettative. Senza un’agenda istituzionale che vada oltre la medaglia assegnatagli da Sol e la cena a cui parteciperà poi all’Istituto Juan de Mariana (“think tank ultraliberale”), il presidente argentino non avrà alcun incontro con l’esecutivo Sánchez né con Felipe VI. Neppure con il PP nazionale. Solo Ayuso ha voluto dargli un riconoscimento che i socialisti hanno definito “una provocazione”.

 
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