Ha aggredito una donna e ascoltando il suo cellulare ha confermato la sua responsabilità: Más Río Negro

Ha aggredito una donna e ascoltando il suo cellulare ha confermato la sua responsabilità: Más Río Negro
Ha aggredito una donna e ascoltando il suo cellulare ha confermato la sua responsabilità: Más Río Negro

Le intercettazioni telefoniche ottenute nell’ambito delle indagini su una rapina aggravata a Viedma hanno comportato l’aggravamento delle misure cautelari imposte ad uno degli imputati. La Procura della Repubblica ha chiesto la sua carcerazione preventiva, che è stata disposta dal giudice di Garanzia del fascicolo e che l’individuo ha già iniziato a scontare in stato di privazione della libertà nel locale Complesso Penale.

Le accuse erano state depositate a metà aprile, dopo un’indagine preliminare che ha permesso di ottenere prove che lo collegavano a una rapina commessa nell’abitazione di una donna, situata nel centro della città di Viedma.

Da quel momento, nell’ambito di diversi provvedimenti procedurali, i loro telefoni sarebbero stati messi sotto controllo.

“Le intercettazioni forniscono alle indagini una prova praticamente inconfutabile sulla paternità dell’accaduto, poiché fornisce dettagli sul materiale rubato, sull’arma utilizzata, sulla distruzione delle prove e sull’identità di coloro che lo accompagnavano in quel momento, due adolescenti “, ha sottolineato la Procura.

Per chiedere l’aggravamento delle misure cautelari, la Procura ha menzionato questo ostacolo alle indagini, ma ha sottolineato l’evidente pericolo di fuga.

In tali conversazioni il soggetto ha dichiarato di essere rimasto sorpreso dall’andamento del caso dopo le perquisizioni effettuate nella propria abitazione e nelle abitazioni dei parenti. Lo si sente anche dire che “eviterà di andare in prigione” e ammettere che intende trasferirsi con suo fratello sulla linea sud o trovare qualche campo dove “covacharse”.

Di fronte a questa richiesta, la difesa ufficiale ha sottolineato che l’imputato “è rimasto legale durante le indagini”, anche presentandosi volontariamente all’ufficio del difensore civico per un consiglio; Pertanto, il rischio di fuga di cui aveva avvertito la Procura non era comprovato. Tuttavia – ha risposto così la Procura – è arrivato all’udienza come detenuto, decisione che è stata presa non appena si è saputo il contenuto dell’intercettazione.

Infine, alludendo alla modificazione delle condizioni che fondavano una prima misura cautelare, il Giudice di garanzia ha disposto l’aggravante della stessa e ha stabilito che l’uomo permanesse in effettiva carcerazione preventiva, in linea di principio, mentre si svolge l’indagine penale preparatoria.

Fonte: Procura della Repubblica di Viedma

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