“Continua a dimostrarci che è intatto”

“Continua a dimostrarci che è intatto”
“Continua a dimostrarci che è intatto”

Javier Pedro Saviola è immacolato. La marea di persone che partecipano a un evento tributo a Diego Armando Maradona a Miami dribbla come sul campo da gioco. Grazie al suo fisico potrebbe continuare a giocare. Anche per la sua capacità di analisi. Chi è emerso nel Parque Chas ha il privilegio di aver condiviso la sua esperienza nella Nazionale argentina (40 partite e 11 gol) con Lionel Scaloni, Pablo Aimar, Roberto Ayala E Walter Samuele -i membri dello staff tecnico-, e anche con Lionel Messiche ha visto muovere i primi passi nel Barcellona in Spagna e con l’Albiceleste.

Per tutto questo, è una parola più che autorizzata per, in una conversazione con Clarionaffrontano l’attuale situazione della squadra vincitrice della Triple Crown che ora si diverte ad essere solo un altro tifoso, accompagnando la squadra attraverso Atlanta, New Jersey e ora Miami, la terza tappa per la squadra che vuole difendere il titolo della Copa América.

“Impossibile stare male qui. Per il tempo, per come sta giocando la Nazionale, anch’essa già classificata, l’incontro con Guillermo Pereyra, con Ariel Ortega che conosciamo da molto tempo. Bello poterci divertire e vivere momenti bellissimi”, ha ritratto il ‘Coniglio’, oggi, 42 anni, campione del mondo U20 nel 2001 e che ha giocato con la Majors a Germania 2006, il primo di Messi.

-Come vedi questo processo di selezione?

Mi rende orgoglioso sapere che questa Nazionale ha dei momenti in cui il calcio piace davvero, quando non si può giocare fa emergere anche quello stemma vincente, forte fisicamente. Lo sport si è evoluto molto, l’avversario ti gioca, è difficile da battere, ma qui sanno quando attaccare, quando difendere. Non sappiamo quale sia il tetto massimo, perché ogni volta che c’è una gara o altro ci abituiamo a vedere un bel calcio.

La riunione di Saviola e Aimar.

– A proposito di Messi, hai giocato con lui e continua a mostrare lo stesso livello di allora, sei sorpreso?

Messi ci sta portando al meglio delle sue possibilità. Ci sorprendiamo di tutto e di niente, sappiamo che è qualcosa di spettacolare, che è un esempio, ho avuto il privilegio di averlo avuto come compagno di squadra nel Barça, di giocare un Mondiale con lui, di averlo conosciuto come una persona che si lascia sempre guidare dai valori ricevuti fin da giovanissimo, con grande umiltà. Aver potuto giocare nel corso della mia storia con uno dei migliori della storia è molto bello.

– Se c’è qualcuno che lo conosce da quando era bambino, sei tu che lo sponsorizzasti all’epoca. Era bravo come adesso?

Posso dire che sono andato a vederlo nelle giovanili del Barcellona, ​​era diverso. Ce ne accorgiamo subito quando vediamo un giocatore che fa cose non da tutti ed entra in un luogo privilegiato dove ci sono i migliori. A quell’età già mostrava diverse cose con un enorme futuro, poi è maturato, acquisendo cose che gli mancavano, migliorando in tutto quello che poteva e le sue virtù, che erano tante, per trasformarsi in quello che è oggi.

– È sorprendente che rimanga nell’élite per 18 anni, non è vero?

E’ ciò che sorprende tutti. Forse un calciatore è abituato a passare cinque anni, con un Pallone d’Oro, e vedere Leo che viene assegnato quasi ogni anno, ha battuto tutti i record possibili e ha vinto proprio tutto con il Mondiale, che era quello che gli mancava, ora è tutto divertimento. Lo sappiamo da un momento all’altro e purtroppo avrà fine, sapendo che in un breve periodo abbiamo avuto due dei migliori della storia con Diego Maradona e altro ancora

– È capitato anche a te di vivere quel momento alla fine di una gara, senza dare consigli diretti. Capisci cosa ti succede se ti prendi cura un po’ di più del tuo fisico?

Contro il passare del tempo non si può fare niente, che sia Leo o Angelito Di María, soprattutto com’è il calcio adesso, dove si corre tanto, non è più come prima quando si poteva giocare un po’ di più. Quindi è una difficoltà, complicata, ma Leo ce l’ha perché fa la differenza in alcuni momenti delle partite, gestisce, dosa e continua a farci vedere che è integro. Spero che abbia molto più tempo in campo, questo è ciò che ci entusiasma, ci rende felici e ci ispira, perché tutti vogliono essere come lui.

– Conosci diversi componenti dello staff tecnico, sei stato compagno di squadra con loro, senti che questa Nazionale trasmette i valori che hai ricevuto?

Sì, così come elogio i giocatori che hanno vinto davvero tutto, dobbiamo valorizzare l’organico. Ho avuto il privilegio di essere stato con tutti quelli che sono qui oggi, li conosco come persone e come professionisti, e non c’è niente di meglio per la nostra Nazionale che avere queste grandi persone. Praticamente una grande percentuale è merito loro, per avere un gruppo così unito, così vincente, così positivo… La cosa più bella che ci può capitare è avere questo gruppo, guidato da questo tipo di giocatori.

 
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