La frana della Quebrada Blanca ha provocato la morte di quasi 500 persone.
Il 28 giugno 1974 si verificò quella che è considerata la peggiore tragedia stradale mai accaduta in Colombia: la valanga della Quebrada Blanca, sulla strada Bogotá-Villavicencio.
Quel giorno, che era anche un venerdì come quest’anno, poco prima delle 16, una parte della montagna crollò dal lato destro del burrone, uccidendo quasi 500 persone. Secondo le testimonianze di coloro che si salvarono dalla valanga, la terra ruggì come scossa da un terremoto.
La rimozione in massa di fango e rocce rimase intrappolata e generò una violenta corrente d’aria che espulse i veicoli e le persone che si accalcavano 300 metri più in basso. Alcuni sono volati sul fondo della scogliera e altri sono stati portati via dalla zona.
“Una nuvola di terra oscurava la zona. Sembrava mezzanotte. Tutto era silenzioso. Pochi minuti dopo, alcune persone che riuscirono a salvarsi dalla siccità iniziarono ad attraversare il burrone, ma la terra mista ad acqua si trasformò in fango e cominciò a scorrere verso il basso, come un cilindro che cresceva ogni secondo. Un gran numero di persone sono state sepolte nel luogo”, hanno detto i sopravvissuti a questa tragedia.
Vista l’impossibilità di salvare le salme, il luogo della tragedia è stato dichiarato cimitero.
Il compositore, declamatore e cantante Manuel Orozco, ‘El clarín de Llano Grande’, ha scritto una poesia su questa tragedia, che inizia così:
“Maestro arpa che uccide i miei sentimenti…
Oggi mi dispiace molto
e il mio cuore si espande
perché nel posto arrabbiato
chiamato Quebrada Blanca
se ne sono andati per sempre
in fondo alla Triste Mietitrice
tante vite innocenti
bene e forse male
portando con sé
la sua vita e la sua speranza
partendo per conto suo
solo angoscia nell’anima
e una poesia di amarezza
per la storia colombiana.
“Chi vuole con i miei versi
disegna con le mie parole
quel fatidico giorno
in quale montagna e burrone
in un duo formidabile
mosso da una forza strana
hanno messo un voto in più
di dolore e sfortuna
emarginazione e oblio
nella mia bella terra piatta
lasciandoci adesso
legato a quattro zampe
perché l’unico da incolpare
È il centro del mio paese
sono state solo promesse
e sempre la stessa cosa.