Senza la firma di Máximo Kirchner, il peronismo ha chiesto una sessione straordinaria per discutere la DNU di Milei, ma Martín Menem l’ha respinta

Con la sorprendente assenza della firma dell’art Massimo Kirchner88 deputati dal blocco di 99 che lo compone Unione per la Patria chiese il presidente della Camera dei Deputati, Martin Menem, una sessione speciale per discutere del mega DNU di Javier Milei che il Senato ha già respinto. Alcune ore dopo, Anche Menem ha negato il tentativo.

La nota portava come prima firma quella di Germán Martínez, presidente del blocco Unión por la Patria alla Camera, ma sorprendentemente non conteneva la firma di Kirchner. Nel testo si chiede una sessione straordinaria per martedì 30 aprile.

“Poiché il Capo del Gabinetto dei Ministri della Nazione, in data 5 gennaio 2024, ha trasmesso al Congresso Nazionale il Decreto di Necessità e Urgenza 70/2023; e poiché è decorso il termine legale stabilito dall’articolo 99 comma 3 della Costituzione Nazionale e dell’articolo 19 della Legge 26.122, senza che la Commissione Bicamerale Permanente di Procedura Legislativa abbia emesso e presentato un parere, è opportuno che entrambe le Camere del Congresso Nazionale si dedichino al suo trattamento espresso e immediato come stabilito dall’articolo 20 della legge 26.122”, si legge nella nota firmata da 88 deputati del blocco dei 99.

L’assenza di Kirchner non è l’unica. Mancano anche i nomi di Walberto Allende di San Juan, Fernanda Ávila di Catamarca, dell’ex governatore di La Rioja e ora deputato Sergio Casas e degli altri catamarcani Dante López Rodríguez e Sebastián Nóblega.

Non figura nella lista anche l’ex senatore di Santa Fe e attuale deputato, Roberto Mirabella; la residente di Buenos Aires del Fronte Massista del Rinnovamento, Micaela Morán; Jorge Antonio Romero di Corrientes e Guillermo Snopek di Jujuy, assente in uno dei tentativi del kirchnerismo di chiedere una sessione straordinaria e fallito per mancanza del numero legale.

La DNU 70/2023 è entrata al Congresso il 5 gennaio e la Commissione bicamerale di Procedura Legislativa, che doveva pronunciarsi sulla questione, ha tardato ad essere istituita a causa di una manovra di Martín Menem, che solo il 19 febbraio ha nominato i rappresentanti della Camera Bassa. La bicamerale ha avuto 10 giorni di tempo per discutere il decreto dal suo ingresso al Congresso; Trascorso tale periodo, tutte le telecamere erano state abilitate a riprenderlo sul posto.

Il decreto è stato discusso al Senato il 14 marzo. Lì si è conclusa la votazione 42 rifiuti, 25 favorevoli e 4 astenuti. Fondamentali sono stati i voti di We Make the Federal Coalition e dei radicali Martín Lousteau e Pablo Blanco. Propendono invece per l’astensione i missionari Carlos Arce e Sonia Rojas Decut, la cordobana Alejandra Vigo insieme al radicale Maximiliano Abad.

A differenza del Senato, Martín Menem non è obbligato a convocare una sessione straordinaria dopo la richiesta. L’articolo 20 del Senato stabilisce che il presidente, in questo caso Victoria Villarruel, “dopo aver ricevuto la richiesta, disporrà la rispettiva convocazione per il giorno e l’ora che riterrà migliori, qualora non siano stati indicati dall’Organismo, a seconda della questione o le circostanze del caso.”

Una volta iniziate le sessioni ordinarie, Villarruel non ha potuto evitare la richiesta peronista come a gennaio e in Aula si è discusso del DNU.

In questo caso Menem potrebbe non accogliere la richiesta, visto che non ha un termine perentorio per trattare il mega DNU, al di là del fatto che è già stato respinto dal Senato.

 
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