Gustavo Petro a La Guajira.
Foto: ANDREA PUENTES
Da Manaure, a La Guajira, il presidente Gustavo Petro ha assicurato che, sebbene il suo governo abbia cercato di risolvere il problema dell’acqua potabile nel dipartimento, il “potere politico” gli ha impedito di farlo.
Questo sabato, mentre distribuiva acqua potabile e soluzioni per la sicurezza alimentare alle comunità di La Guajira, il presidente ha fatto indirettamente riferimento allo scandalo di corruzione che circonda l’acquisto di autocisterne per portare l’acqua potabile al dipartimento. Come ha detto, “i cachacos che abbiamo inviato qui, a quanto pare, cercavano di rubare i soldi”.
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La dichiarazione arriva appena un giorno dopo lo scoppio di un nuovo capitolo nello scandalo delle petroliere dell’Unità nazionale per la gestione dei rischi (UNGRD). Secondo la testimonianza di Sneyder Pinilla, diversi deputati e funzionari esecutivi sarebbero coinvolti in una rete di corruzione.
Questo venerdì 3 maggio, fonti vicine alla Casa de Nariño hanno confermato che Petro ha chiesto a Sandra Ortiz, ministro regionale, e Andrés Idárraga, segretario per la Trasparenza, di farsi da parte dalle loro posizioni mentre procedevano le indagini sullo scandalo. Il capo dello Stato ha assicurato che non può “fare il giudice”, ma che è necessario che le indagini diano presto risultati per determinare le responsabilità che potrebbero sorgere.
“Chiedo ai comandanti delle Forze Militari di essere presenti, la priorità delle Forze Militari in questo dipartimento è prendersi cura dell’acqua”: ha detto anche il presidente questo sabato alla consegna del primo impianto di depurazione delle acque a Manaure, in nell’ambito del progetto “La Guajira Mission”.
