L’idea che viviamo in una simulazione non è stata abbandonata. Il suo nuovo supporto teorico: l’infodinamica

L’idea che viviamo in una simulazione non è stata abbandonata. Il suo nuovo supporto teorico: l’infodinamica
L’idea che viviamo in una simulazione non è stata abbandonata. Il suo nuovo supporto teorico: l’infodinamica

L’entropia funzionerebbe nell’informazione in modo opposto a quanto funziona in termodinamica

L’ipotesi che il mondo che percepiamo (se non la nostra stessa esistenza) lo sia una simulazione digitale È il punto di partenza dei film della saga Matrice. Non sorprende quindi che uno dei libri in cui si difende questa ipotesi abbia come titolo un apparente riferimento alla saga, La realtà ricaricata.

Il suo autore, il fisico dell’Università di Portsmouth Melvin M. Vopson, ha spiegato alcuni mesi fa la sua difesa di questa ipotesi in un articolo su La conversazione. In questo articolo, Vopson descrive questa ipotesi come “intrinsecamente speculativa”, nonostante ritenga che vi siano indicazioni della sua veridicità.

Ma come trovare prove di una cosa del genere? Sebbene per molti difensori di questa idea la chiave sia nella ricerca di difetti che possano rivelare la vera natura dell’universo, per Vopson la chiave sta nelle leggi della fisica, così come nella materia e nelle sue forme.

Ad esempio, l’autore difende l’informazione come forma di materia. Cioè, proprio come la materia non si crea né si distrugge ma può trasformarsi tra fasi diverse e anche in energia, questa potrebbe, ipoteticamente, trasformarsi in qualcosa di apparentemente molto diverso: informazione.

Partendo da questa e dalla disciplina conosciuta come teoria dell’informazione, Vopson postula la sua seconda legge dell’infodinamica. Questo cerca di spiegare l’entropia dell’informazione parallelamente all’entropia “fisica”, come la intendiamo nella seconda legge della termodinamica.

“Al centro dell’infodinamica c’è il concetto di entropia (una misura del disordine, che cresce sempre nel tempo in un sistema isolato).” Della seconda legge postulata da Vopson si parla entropia informativa. Questa, intesa come quantità media di informazione legata a un evento, “deve rimanere costante o diminuire nel tempo”, almeno fino al raggiungimento di un valore di equilibrio.

Più che paralleli, i secondi principi della termodinamica e dell’infodinamica potrebbero essere visti come simmetrici: energia e materia tendono al disordine, l’informazione, invece, tenderebbe all’ordine.

Vopson fornisce l’evoluzione come esempio della diminuzione dell’entropia informativa. Dopo aver studiato le mutazioni del virus che ha causato la pandemia di Covid, SARS-CoV-2, il fisico è giunto alla conclusione che le mutazioni non si verificano, come indica il consenso scientifico, in modo casuale, ma piuttosto rispondono a questa esigenza .

Ciò spiegherebbe anche un’apparente incongruenza: che un universo in costante espansione in cui il calore non aumenta né scompare, in quel senso di entropia costante, può configurarsi come un sistema isolato e quindi di entropia crescente. Vopson lo spiega aggiungendo l’informazione e la sua entropia decrescente all’equazione, in modo che entrambi si annullano a vicendadando origine ad un’entropia universale costante.

Al di là di questo modello teorico, le prove sono scarse. Ad esempio, dedurre un’entropia evolutiva negativa dall’evoluzione degli organismi sulla Terra, un sistema aperto e non isolato, solleva ovvi interrogativi.

Per ora, la verità è che non abbiamo prove conclusive che viviamo in una simulazione. Il lavoro di Vopston include anche esperimenti immaginari che un giorno potremmo essere in grado di realizzare per testare le sue idee. Intanto l’idea della simulazione appartiene ancora al campo della fantascienza.

Dalla caverna di Platone ad oggi, l’idea che il mondo che percepiamo non sia l’essenza ma piuttosto un riflesso della realtà è andata mutando. Resta però l’impossibilità di dimostrare che il mondo reale sia per noi intangibile.

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