I dollari australiano e neozelandese toccano nuovi massimi contro lo yen mentre i rendimenti salgono

I dollari australiano e neozelandese toccano nuovi massimi contro lo yen mentre i rendimenti salgono
I dollari australiano e neozelandese toccano nuovi massimi contro lo yen mentre i rendimenti salgono

Martedì il dollaro australiano e quello neozelandese hanno registrato nuovi massimi rispetto allo yen, poiché i rendimenti relativamente elevati hanno attirato un flusso costante di carry trade, mentre la maggior parte degli altri cross sono rimasti stagnanti.

Con il dollaro statunitense bloccato a 160,00 yen a causa della minaccia di un intervento giapponese, gli investitori hanno aperto posizioni short su altre principali valute che offrivano rendimenti relativamente elevati.

Ciò ha portato l’Aussie a salire a 106,38, garantendogli un guadagno del 7,6% per il trimestre. Una rottura del massimo del 2007 a 107,84 lo porterebbe a livelli mai visti dalla fine del 1991.

Il dollaro kiwi ha toccato il livello più alto dal 1986 a 97,93 yen, dopo essere cresciuto di quasi l’8% nel trimestre.

I flussi verso lo yen hanno contribuito a portare il dollaro australiano a 0,6655 dollari, dal minimo di lunedì di 0,6627 dollari. La forte resistenza si trova intorno a $ 0,6679 e $ 0,6714.

Il kiwi era piatto a 0,6120$, intrappolato tra la resistenza a 0,6148$ e il supporto a 0,6098$.

Una prospettiva politica aggressiva da parte della Reserve Bank of Australia (RBA) ha sostenuto l’Aussie, con i mercati che scontano solo una possibilità su quattro di un taglio dei tassi quest’anno e solo 43 punti base di allentamento fino alla fine del 2025.

I rischi verranno affinati in occasione dei dati sui prezzi al consumo di maggio, previsti mercoledì, dove un risultato elevato potrebbe indurre i mercati a scontare una maggiore probabilità di un rialzo dei tassi.

Secondo la previsione mediana, il ritmo annuo dell’inflazione è rimbalzato al 3,8% a maggio, dal 3,6% di aprile, in parte a causa degli effetti base, poiché l’indice ha subito un forte calo mensile lo scorso anno.

L’IPC di aprile aveva già sorpreso al rialzo, suggerendo che l’inflazione per l’intero secondo trimestre potrebbe superare la previsione della RBA del 3,8% sia per le misure principali che per quelle sottostanti.

“La nostra ipotesi di base resta che la lenta crescita economica darà alla RBA abbastanza fiducia nelle prospettive di un’ulteriore inflazione da mantenere, ma il rischio a breve termine è al rialzo”, ha affermato Taylor Nugent, economista senior della NAB.

“Il NAB prevede da tempo un primo taglio a novembre, ma l’assenza di reali progressi sui prezzi sensibili a livello nazionale in questo trimestre distorcerebbe ulteriormente il rischio di mantenerlo più a lungo”.

I mercati non sono così aggressivi in ​​Nuova Zelanda, dove è previsto un primo taglio dei tassi per novembre e oltre 130 punti base di allentamento implicito fino alla fine del 2025. (Report di Wayne Cole; A cura di Jamie Freed)

 
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