La NASA ordina a Elon Musk di costruire la nave che distruggerà la Stazione Spaziale Internazionale

La NASA ordina a Elon Musk di costruire la nave che distruggerà la Stazione Spaziale Internazionale
La NASA ordina a Elon Musk di costruire la nave che distruggerà la Stazione Spaziale Internazionale

La Stazione Spaziale Internazionale (ISS) è stata al centro delle notizie negli ultimi giorni per l’incapacità della Boeing di riportare sulla Terra gli astronauti Barry “Butch” Wilmore e Suni Williams. Entrambi sono arrivati ​​all’infrastruttura a bordo della nave Starliner fa. quasi un mese, il 5 giugno, e la sua permanenza sarà prolungata ‘sine die’ a causa delle perdite subite dal dispositivo. Mentre un colosso aeronautico come la NASA riesce a trovare una soluzione – è prevista un’apparizione pubblica questo venerdì – l’agenzia spaziale americana continua a pianificare la fine della ISS, prevista per il 2030.

A tal fine si è affidato a Spazio. Il contratto ammonta a 843 milioni di dollari -787 milioni di euro-. Chiamato ‘American Deorbitation Vehicle’, sarà una sorta di rimorchiatore spaziale che trascinerà le 420 tonnellate dell’ISS affinché venga distrutta al rientro sulla Terra. I resti dovrebbero ricadere in una zona disabitata del Pacifico meridionale. “La selezione di un veicolo statunitense per il deorbiting della Stazione Spaziale Internazionale aiuterà la NASA e i suoi partner internazionali a garantire una transizione sicura e responsabile nell’orbita terrestre bassa al termine delle operazioni della stazione”, ha spiegato Ken Bowersox, amministratore associato della direzione della missione delle operazioni spaziali.

Gateway, il successore sulla Luna

Dal 1998 l’ISS, con un’area simile a quella di un campo da calcio, ha ospitato più di 3.300 esperimenti di microgravità focalizzati su biologia, fisiologia umana, fisica e test tecnologici che non sono possibili sulla Terra. Sono state cinque le agenzie spaziali che lo hanno gestito: l’Agenzia spaziale canadese (CSA), l’Agenzia spaziale europea (ESA), la Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA), la russa Roscosmos e la stessa NASA.

Se la ISS fosse il successore della stazione russa MIR, disintegrata nel Pacifico nel marzo 2001, diverse aziende private prevedono di lanciare le proprie stazioni spaziali entro il 2030. Una di queste è quella della società nordamericana Axiom. Responsabile anche delle tute spaziali per la missione Artemis – che prevede di riportare gli esseri umani sulla Luna nel 2026 -, prevede di lanciare il primo modulo entro due anni. Nel frattempo, le agenzie spaziali concentreranno i loro sforzi sul Gateway, l’infrastruttura che orbiterà attorno alla Luna. L’inizio dei lavori per la sua costruzione è previsto nel 2025.

 
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