In-Pulso, il ristorante che recupera ricette del IX secolo

Il mese di In-Pulso difficilmente può essere migliore: innanzitutto, Alejandro García de la Fuente ha vinto il premio che ha consolidato la sua posizione di miglior chef di Madrid e, proprio ieri, è stato menzionato nella Guida Repsol su raccomandazione dello chef stellato Ramon Freixa.

le ragioni? Freixa fa appello al motto che parla di una cucina con il cuore.

La realtà è molto più complessa. Il lavoro di In-Pulso non ha precedenti né equivalenti nel panorama gastronomico locale. Un esempio: proponendo cucina tipica madrilena, è l’unico ristorante della città che propone alcuni di questi piatti.

Piatti salvati da In-Pulso

Questo è il caso dell’alboronía: un piatto tipico del IX secolo che de la Fuente stesso salvò dopo essersi immerso in libri di cucina di seconda mano. “Si dice che l’alboronía sia l’origine della ratatouille e sia presente in molte gastronomie, ma quella di Madrid è diversa perché contiene carne”, spiega lo chef a Madrid Secreto.

Lo scenario in cui si degustano questi piatti, che oltre ad essere culinari, hanno un carattere archeologico, è quello delle cene che si tengono una volta al mese. In-Pulso organizza una cena ( prezzo 65€) ovvero un viaggio nella storia di Madrid attraverso la sua gastronomia.

Alla domanda su quale sia il piatto di cui è più orgoglioso, de la Fuente risponde: “L’ultimo piatto è quello di cui sono più orgoglioso: ogni volta che recupero un piatto è un passo in più nel cammino verso il recupero di quel cibo tradizionale, che è la filosofia di questo ristorante.” E aggiunge: “Non faremo la trippa o il tipico spezzatino, non è la nostra cucina: la nostra cucina è dare una svolta a tutto”.

Una scommessa esperienziale

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Crediti editoriali: Madrid Secreto

La parola esperienza è così logora che sembra inutile usarla per definire ciò che accade mensilmente in In-Pulse. Alejandro García de la Fuente, che da più di un anno lavora ad alcuni piatti, presenta il piatto in questione e lo contestualizza.

A questo proposito, dice, “l’idea è che quando il cliente esce di qui e vede Cibeles o Puerta de Toledo, si ricorderà della sua esperienza a In-Pulso”. Rivelare il motivo di questa intenzione sarebbe una forma di spoiler. In fondo, l’esperienza In-Pulse è un esercizio narrativo, e così come non avrebbe senso per me raccontarvi il finale di un film, non ha senso raccontarvi l’origine dei gamberetti all’aglio.

 
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