Il cileno Alfredo Jaar, Premio Camus per il suo commovente lavoro sullo sconvolgimento del mondo

L’artista multidisciplinare cileno Alfredo Jaar ha ricevuto questo sabato nella città di Sant Lluís, situata sull’isola spagnola di Minorca, nelle Baleari, il IV Premio Mediterraneo Albert Camus per il suo commovente lavoro sullo sconvolgimento del mondo.

Una giuria internazionale, presieduta dal filosofo Javier Gomá, ha valutato il lavoro di questo artista universale che trascende territori e culture, il cui lavoro si distingue per essere “in costante risonanza con gli sconvolgimenti del mondo e apre le porte a futuri possibili”.

La giuria comprende che Alfredo Jaar, come il premio Nobel francese, non concepisce l’arte come “un piacere solitario, ma come un mezzo per commuovere il maggior numero di persone”, frutto di un lavoro di rispetto per gli altri e di impegno per la servizio della giustizia sociale.

Nato in Cile nel 1956, Jaar è un artista visivo, architetto e regista il cui lavoro sfida le convenzioni della rappresentazione e affronta complesse questioni sociopolitiche, una preoccupazione che ha esposto in musei e biennali in tutto il mondo, come quelli di Venezia, San Paolo e la Documenta di Kassel.

Tra le sue mostre personali ricordiamo quelle al New Museum of Contemporary Art, New York (1992); Whitechapel, Londra (1992); Moderna Museet, Stoccolma (1994); Il Museo di Arte Contemporanea, Chicago (1995); e il Museo d’Arte Contemporanea, Roma (2005), anche se recentemente importanti mostre del suo lavoro si sono tenute anche a Losanna, Milano, Berlino, Helsinki, Hiroshima e Città del Capo.

Jaar si aggiunge alla lista dei vincitori dei Camus Awards, un record inaugurato nel 2018 dall’artista plastica Mona Hatoum. È stato seguito nel 2020 dal filosofo Edgar Morin per il suo lavoro di pensatore transdisciplinare e nel 2022 dallo scrittore francese Mathias Enard.

Nel corso del gala, al quale erano presenti Catherine Camus, figlia del filosofo che dà il nome al concorso e alla sala dove è stato assegnato il premio, e l’ex ministro degli Esteri spagnolo Miguel Ángel Moratinos, promotore del premio, il III è stato inoltre assegnato il Premio Mediterraneo Albert Camus Incipiens.

Ciò corrisponde al fotografo egiziano Mohamed Mahdy, per “Qui le porte non mi conoscono”, sull’erosione e la gentrificazione delle piccole comunità.

Il ‘Trobades Camus’ di quest’anno ha programmato anche dialoghi e riflessioni ad alta voce per ripensare il mondo attraverso voci diverse, come i riferimenti al genocidio palestinese da parte della fotografa Tanya Habjouqa o le parole del filosofo e direttore della Fondazione March, Javier Gomá, per il cui “disgusto” è diventato il volano che aiuta il progresso morale e la consapevolezza su temi come, ad esempio, il dramma dell’immigrazione in Europa.

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