In una dichiarazione, Hezbollah ha confermato l’impatto diretto dell’operazione in risposta alle aggressioni israeliane contro le località libanesi, in particolare i ripetuti bombardamenti contro le città di confine di Kfar Kila e Kfar Shuba.
Nell’ambito delle sue azioni a sostegno della popolazione della Striscia di Gaza, la Resistenza ha colpito con razzi il sito militare di Samaqa, nel territorio occupato delle colline di Kfar Shuba.
In un primo comunicato, i combattenti del movimento libanese hanno sparato contro le nuove posizioni dei soldati nemici a ovest dell’insediamento di Shomera, situato a tre chilometri dal villaggio di Bustan.
I media israeliani hanno riportato il suono di diverse esplosioni nella regione della Galilea dopo l’attivazione delle sirene d’allarme nelle colonie di Kiryat Shmona, Margaliot e Al-Manara.
In questo senso, la radio dell’esercito di Tel Aviv ha riconosciuto il lancio di due missili anticarro dal Libano verso l’insediamento di Al-Manara.
Da parte sua, il Consiglio regionale dell’Alta Galilea ha riferito che sono stati osservati impatti di razzi nella zona sopra menzionata, situata a un chilometro dalla città libanese di Mais al-Jabal.
In questo contesto, un sondaggio condotto dal quotidiano Maariv ha indicato che il 39% degli intervistati ha risposto affermativamente alla domanda su un’operazione militare israeliana contro il Libano, mentre il 36% si è opposto alla misura e 25 hanno affermato di non saperlo.
Alla luce del persistente bombardamento israeliano del sud della nazione, Hezbollah mantiene aperto il fronte di battaglia a sostegno di Gaza e ha effettuato più di 1.650 operazioni dallo scorso 8 ottobre.
In questo scenario, il vicepresidente del Consiglio esecutivo di Hezbollah, Ali Damoush, ha ribadito che la Resistenza è pronta ad affrontare qualsiasi tentativo di espandere il fronte, in termini di profondità, obiettivi e anche tipo di armi utilizzate.
Allo stesso tempo, ha sottolineato che le pressioni e le minacce da parte di americani e israeliani sono fallite e non cambieranno la decisione di proseguire le azioni a sostegno del popolo palestinese.
jcm/yma