Un testo antico rivela dettagli sulla tomba di Platone e sulla sua ultima notte, dicono gli esperti

(CNN) — Secondo i ricercatori italiani, un testo recentemente decifrato proveniente da antichi rotoli potrebbe aver finalmente rivelato il luogo in cui fu sepolto il filosofo greco Platone, insieme a cosa provava veramente riguardo alla musica suonata sul letto di morte.


I cosiddetti papiri di Ercolano, carbonizzati dopo essere stati sepolti sotto strati di cenere vulcanica dopo l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., continuano ad essere esaminati da esperti utilizzando l’intelligenza artificiale e altre tecnologie.

L’ultima rivelazione è che Platone sarebbe stato sepolto in un giardino segreto vicino al santuario sacro alle Muse all’interno dell’Accademia di Atene che gli era stato riservato, secondo Graziano Ranocchia, professore di Papirologia presso il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica presso l’Università di Pisa.

Fino ad ora si sapeva solo che era stato sepolto all’Accademia, ma non specificatamente dove, ha detto martedì Ranocchia alla CNN.

L’Accademia di Atene fu distrutta nell’86 a.C. dal generale romano Silla.

Una statua dell’antico filosofo greco Platone ad Atene, in Grecia. Credito: Brigida Soriano/Alamy

Il testo fornisce anche maggiori dettagli sull’ultima notte di Platone e si scopre che non era soddisfatto della musica suonata.

Finora si credeva che le cosiddette “note dolci”, suonate da uno schiavo tracio, piacessero a Platone, come hanno spiegato gli esperti in una presentazione tenutasi a Napoli la settimana scorsa.

Ma i testi ora rivelano che, in realtà, nonostante avesse la febbre alta sul letto di morte, trovò che la musica del flauto avesse uno “scarso senso del ritmo”, secondo Ranocchia, che disse di aver fatto i commenti ad un ospite dalla Mesopotamia.

“Aveva la febbre alta e la musica che suonavano gli dava fastidio – ha spiegato Ranocchia -.

Il testo appena decifrato chiarisce anche le circostanze in cui Platone fu venduto come schiavo nel 399 a.C., dopo la morte di Socrate, o nel 404 a.C., nell’isola di Egina, dopo che fu conquistata dagli Spartani Ranocchia spiegate nella presentazione a Napoli. In precedenza, si pensava che fosse stato venduto schiavo nel 387 a.C. mentre si trovava in Sicilia.

Il testo fa parte di circa 1.800 rotoli carbonizzati scoperti nel XVIII secolo in un edificio ritenuto appartenuto al suocero di Giulio Cesare, che viveva a Ercolano, una città costiera a circa 20 chilometri da Pompei.

Gli esperti stanno utilizzando l’intelligenza artificiale insieme alla tomografia a coerenza ottica, una tecnica di imaging e la tecnologia di imaging iperspettrale a infrarossi per leggere sequenze di testo precedentemente nascoste dai papiri parzialmente distrutti.

Secondo Ranocchia, che ha presentato i risultati il ​​23 aprile all’Università di Napoli, l’ultima scoperta riguarda un passaggio di oltre 1.000 parole (circa il 30% del testo) che è stato decifrato e ridecifrato nell’ultimo ano.

napoli monte vesuvio

Veduta di Napoli, Italia, con il vulcano Vesuvio sullo sfondo. Credito: Lorenzo Di Cola/NurPhoto/Getty Images

La scoperta è stata fatta grazie a un finanziamento di 2,5 milioni di euro (2,7 milioni di dollari) da parte dell’Unione Europea (ERC, Consiglio Europeo della Ricerca) concesso nel 2021.

Il progetto, chiamato Greek Schools, è uno studio quinquennale che utilizzerà varie tecnologie e metodi per aiutare a decifrare i fragili papiri.

“L’aumento del testo corrisponde grosso modo alla scoperta di 10 nuovi frammenti di papiro di medie dimensioni”, ha affermato alla presentazione a Napoli Kilian Fleischer, curatore dei papiri per il progetto Scuole Greche. “Le nuove letture sono spesso basate su fatti nuovi e concreti sull’Accademia di Platone, sulla letteratura ellenistica, su Filodemo di Gadara e sulla storia antica in generale.”

 
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