“L’implacabile verità poliziesca”, la storia del poliziotto che scoprì il gruppo più segreto della DINA

“L’implacabile verità poliziesca”, la storia del poliziotto che scoprì il gruppo più segreto della DINA
“L’implacabile verità poliziesca”, la storia del poliziotto che scoprì il gruppo più segreto della DINA

Arne Dahl, scrittore scandinavo e uno degli esponenti più importanti del noir nordico – genere noir – di passaggio in Cile, nell’ambito del III Festival Internazionale Santiago Negro 2014, ha espresso nel suo discorso che, a suo avviso, la maggior parte dei paesi del mondo attuale soddisfaceva le condizioni per scrivere romanzi polizieschi complessi e frenetici o thriller di alto livello a livello internazionale.

Inoltre ha aggiunto la seguente frase: “Sto ancora aspettando di leggere il romanzo che mi scuote su quello che è successo in Cile, sui crimini commessi in questo Paese”.

Ricordo che in quel momento il suo commento mi fece pensare. A cosa si riferiva? Ritenevo, secondo la mia esperienza, che fossero stati scritti un buon numero di romanzi che affrontavano l’argomento in modo approfondito. In ogni caso, le sue parole mi hanno lasciato in sospeso, pensando che forse c’era qualcosa che non avevamo visto, qualcosa di orribile, qualcosa che aveva ancora bisogno di essere detto.

Si dà il caso che in questi giorni ho avuto modo di leggere il libro che sto commentando, “L’implacabile verità poliziesca”, basato sulle memorie di Nelson Jofré, detective prima e prefetto poi, nelle cui pagine svela le appassionanti indagine ufficiale che gli ha permesso di scoprire il gruppo più segreto e letale della DINA.

È la ricostruzione cronologica, meticolosa ed equilibrata di una serie di crimini abominevoli e delle manovre messe in atto da organizzazioni e apparati sofisticati, attraverso agenti dello Stato, per coprire, nascondere ed eludere l’azione della giustizia. E se è vero che i casi affrontati in questo libro erano di pubblico dominio, lo è la forma, i dettagli, il conoscere lo sforzo deliberato e meticoloso di mettere in moto un gigantesco macchinario per alterare e sfigurare la vera ragione degli eventi.

La visione completa di questo panorama gela il sangue e toglie il fiato. La lettura di queste pagine mostra che esistono abissi di cui non conosciamo la profondità.

Questo libro, che aspira ad essere una cronaca esatta, priva di ogni tipo di invenzione, inizia con la fine della dittatura, con l’arrivo della Concertación, il presidente Patricio Aylwin che promette “giustizia nella misura del possibile” e il generale ed ex dittatore Augusto Pinochet in qualità di comandante in capo dichiarò “che non avrebbe permesso che nessuno dei suoi uomini fosse toccato”.

Sono i tempi della Transizione, un periodo difficile per Nelson Jofré, giovane detective laureato nel 1980, originario di Quilpué e destinato a una nuova brigata creata per indagare sui crimini contro i diritti umani. Jofré dichiara fin dall’inizio di essere determinato ad esercitare un’etica incorruttibile. “Non cerca la tua o la mia verità, ma piuttosto la verità della polizia.”

Insieme ad altri colleghi partecipa alla fase finale delle indagini sull’omicidio di Orlando Letelier e del suo segretario Ronnie Moffit a Washington. Si reca negli Stati Uniti per intervistare Michael Tonwley, che è coperto da un programma di protezione del governo americano che lo condiziona a collaborare come testimone nell’omicidio: Jofré dice che riesce a mettersi d’accordo in buoni rapporti con Tonwley, loro si incontrano in camere d’albergo e ristoranti, e ad un certo punto Tonwley gli racconta che nell’omicidio del generale Carlos Prats e di sua moglie Sofía Cuthbert a Buenos Aires è stata sua moglie, la scrittrice Mariana Callejas, a premere il pulsante che faceva volare l’auto.

In queste conversazioni apprende il dietro le quinte di ciò che stava accadendo in casa Lo Curro, le attività del gas sarin del chimico Eugenio Berríos, e apprende i dettagli della morte di Carmelo Soria, cittadino spagnolo e funzionario della CEPAL.

Tutti casi emblematici che hanno occupato migliaia di pagine sia sulla stampa cilena che internazionale; crimini come quello del generale Prats e di sua moglie o l’attentato di Roma contro il leader democristiano Bernardo Leighton e sua moglie Ana Fresno, crimini che hanno mobilitato l’Interpol e altre forze di polizia in tutto il mondo e che hanno portato Nelson Jofré e la sua squadra a recarsi in diverse città del mondo: Roma, Montevideo, Miami, Buenos Aires e paesi come Svezia, Inghilterra o Belgio, tra gli altri.

Nelson Jofré deve partecipare all’arresto del generale Manuel Contreras, capo supremo della DINA, e fa anche parte della squadra che indaga sull’assassinio dell’ex presidente Eduardo Frei Montalva.

Senza dubbio, leggere questo libro mi fa pensare che qualcosa del genere fosse ciò che Arne Dahl stava cercando di leggere. Una tensione continua che intreccia una serie di avvenimenti folli e tiene il lettore con il fiato sospeso pagina dopo pagina; Le azioni si svolgono in un ampio scenario che copre la Patagonia e diversi paesi del continente americano e del Vecchio Mondo, per un periodo di quattro decenni.

Ciò accade nel momento in cui l’attività criminale si stava intensificando e poi, nei periodi successivi, sono state intraprese una serie di azioni concertate per insabbiare e disinformare quanto accaduto.

Nei quattordici capitoli che compongono il libro vengono esposte tutte le tipologie di attività illecite: arresti arbitrari, irruzioni, interrogatori in locali ufficiali e clandestini, sequestri, torture, omicidi con diverse modalità, montaggi come nel caso di Carmelo Soria, consegne e utilizzo di documentazione illegale, falsificazione di carte d’identità e passaporti, trasferimenti di persone in altri paesi, collaboratori stranieri, utilizzo di elementi tossici per liquidare gli oppositori in carcere, sparizioni e altro ancora; droga, prostituzione, narcotrafficanti e perfino traffico di armi. Sono pochi i romanzi polizieschi o i thriller che riuniscono tanti elementi come questa cronaca.

Ciò che fa la brigata di Nelson Jofré e compagni è indagare sulle attività illegali o contro i diritti umani portate avanti durante i diciassette anni di dittatura; Succede anche la cosa più temuta, ovvero interferire e controllare l’operato di uomini che, come loro, prestano servizio nelle istituzioni armate, fanno brutta figura, indagano sui propri colleghi.

Prima dalle Forze Armate e talvolta dalla propria istituzione, come nel caso dell’ex sacerdote Miguel Woodward di Valparaíso e nel caso del commissario Juan Bustos Marchant, anch’egli della Quinta Regione. Poi arrivano le minacce, anonime, minacce ripetute, controlli permanenti, installazione di microfoni, messaggi di disturbo nel cuore della notte, telefonate e nuove minacce.

Mi sembra rilevante sottolineare che alcuni dei fatti citati – e ce ne sono diversi – sono ampiamente dibattuti, come il caso del chimico Eugenio Berríos, coinvolto in una serie di attività illecite, e che necessita di essere interrogato in relazione a diversi morti. Ma viaggia all’estero e scompare. Anni dopo un misterioso cadavere appare in una zona costiera dell’Uruguay. La sua identità è accertata: lui è Berríos. Se ne andò, lasciando diverse domande in sospeso.

Nel processo investigativo intrapreso dalla brigata di Nelson Jofré e dai suoi colleghi, man mano che avanzano, compaiono nomi che si ripetono. Un giorno in una banca trovano un indizio concreto, l’elenco di come vengono finanziati i viaggi degli agenti: questo stabilisce l’esistenza di una sezione internazionale della DINA, che poi diventa la Brigata Mulchén, una brigata speciale incaricata di svolgere missioni strategico e segreto.

Tra le vittime citate nel libro ci sono nomi di personaggi importanti: ex presidenti di Stato, ministri, funzionari diplomatici, leader politici e sindacali eliminati perché rappresentavano un pericolo imminente per la sicurezza del regime.

Nelle parole del giornalista Fernando Paulsen:

“Mancava questa storia e i suoi dettagli per comprendere una parte molto oscura della nostra storia recente. E doveva essere scritto da un protagonista delle indagini su quei fatti”.

E la giornalista Mónica González dal canto suo sottolinea:

“Quando leggi queste pagine potresti pensare che stai guardando un romanzo poliziesco o horror. Non sbagliare. “Si tratta di pagine inedite della nostra storia, scritte da un poliziotto come pochi altri”.

Scheda dati
L’implacabile verità della polizia
Nelson Jofré
Editoriale Catalogna Ltda, 2023
382 pagine
ISBN 978-956-415.033-8

 
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