‘Il vortice’ è ancora vivo tra migliaia di libri e le sue denunce restano valide

‘Il vortice’ è ancora vivo tra migliaia di libri e le sue denunce restano valide
‘Il vortice’ è ancora vivo tra migliaia di libri e le sue denunce restano valide

Bogotá, 28 apr (EFE).- Tra le migliaia di documenti presenti alla Fiera Internazionale del Libro di Bogotá (FilBo) c’è un romanzo, ‘La vorágine’, che a cento anni dalla sua pubblicazione è ancora più vivo che mai di pubblicazioni e di una mostra che rivendica l’attualità dell’opera di José Eustasio Rivera (1888-1928).

Quest’opera racconta attraverso le disavventure di una coppia di innamorati, Arturo Cova e Alicia, la crudeltà subita in Amazzonia dagli indigeni e dai coloni durante la febbre della gomma all’inizio del XX secolo.

Per questo motivo, ‘L’albero che divorò un mondo: le direzioni della gomma a La vorágine’, una mostra alla Biblioteca Nazionale, conta decine di edizioni del libro, foto e documenti che riflettono l’atrocità di questi eventi.

Esiste anche una versione in scala di una casa a La Chorrera, frazione dell’Amazzonia colombiana dove operò nella prima metà del XX secolo la Casa Arana, dedita all’estrazione della gomma, che ridusse in schiavitù e perpetrò un genocidio costato la vita di circa 60.000 uitotos, boras, okainas e muinanes, popolazioni indigene della regione.

La mostra è curata da Erna von der Walde e Ximena Gama, con il progetto e la museografia di Piedra Tijera Papel, e cerca di rispondere a domande come: Cosa si nasconde dietro le parole di Rivera? Quali conseguenze sociali e ambientali ha portato l’estrazione della gomma all’inizio del XX secolo? Perché Casa Arana è conosciuta come “il paradiso del diavolo”? Perché in America? Perché in Colombia?

“Volevamo che la gente scoprisse cos’è ‘La Vorágine’, perché il romanzo è così importante, anche quale è stato il percorso editoriale del romanzo, chi è José Eustasio Rivera e quali sono le chiavi della sua vita per poter scrivere questo romanzo”, spiega Gama a EFE.

Il curatore sottolinea inoltre che l’idea è quella di cercare di sapere “cosa è successo all’inizio del secolo nell’area amazzonica”.

Guida alla memoria

La mostra racconta una storia attraverso cinque sezioni che si basano su tre elementi, che sono il tronco dell’albero della gomma; la serra di Kew Gardens (giardino botanico di Londra) come metafora della domesticazione della natura, e una maloca del popolo Bora, che raccoglie materiali della memoria degli indigeni di quella parte dell’Amazzonia.

L’intero racconto è guidato da poesie, lettere e citazioni tratte da ‘La vorágine’ e da uno degli argomenti che più preoccupavano lo scrittore, la “trascendenza sociologica” della sua opera.

“Il romanzo è una guida per comprendere anche tutto quel materiale, citiamo sempre José Eustasio Rivera (…) affinché la gente possa capire che questo è stato proprio il materiale che ha alimentato la scrittura”, aggiunge il curatore.

Tra i documenti in mostra c’è una documentazione fotografica dell’allora console britannico nelle città brasiliane di Pará e Rio de Janeiro, l’irlandese Roger Casement, sull’indagine da lui condotta sulle atrocità commesse dalla Casa Arana.

Anche le immagini del fotografo e documentarista brasiliano Silvino Santos, ingaggiato da Casa Arana per negare le accuse.

Queste foto dialogano con opere di artisti contemporanei e con prezioso materiale di memoria dei popoli amazzonici colpiti, con cui i curatori cercano di mostrare come funzionava il “sistema di estrazione e sterminio”.

Dolore presente

Nel curare la mostra, Von der Walde e Gama erano ben consapevoli che “il dolore è ancora presente”.

“Questi esercizi di memoria mostrano cosa è successo e quali sono stati gli eventi di quegli anni, ma mostrano anche com’è stata la resistenza politica del popolo negli ultimi 120 anni”, spiega.

Le denunce de ‘La vorágine’ sono ancora valide non solo in Amazzonia ma anche nel resto della Colombia da parte delle comunità che hanno sofferto a causa dell’estrazione delle risorse naturali.

Per questo, conclude Gama, “‘La vorágine’ è un romanzo tremendamente attuale, è impressionante come José Eustasio Rivera abbia raccontato ciò che accadeva in termini di estrazione, di violenza verso le comunità e il territorio 100 anni fa, ed è qualcosa che sta accadendo ancora adesso.”

Jorge Gil Angel

(c) Agenzia EFE

 
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