Camilo Sánchez e Camilo Pardo di Fuck News ottengono protezione presso la Corte Costituzionale | Novità di oggi| Notizie da In the Mood to Offend

Camilo Sánchez e Camilo Pardo di Fuck News ottengono protezione presso la Corte Costituzionale | Novità di oggi| Notizie da In the Mood to Offend
Camilo Sánchez e Camilo Pardo di Fuck News ottengono protezione presso la Corte Costituzionale | Novità di oggi| Notizie da In the Mood to Offend

Camilo Pardo (a sinistra) e Camilo Sánchez (a destra)./ @fucksnewsnoticreo

- @fucksnewsnoticreo

La Corte Costituzionale ha respinto la protezione contro i comici Camilo Sánchez e Camilo Pardo, noti per essere i creatori di Fuck News, un formato comico criticato per il suo contenuto. Secondo l’Alta Corte, l’azione giudiziaria, che indica che i Camilos promuovono e incitano alla violenza sessuale contro ragazzi e ragazze, non rispetta diversi requisiti della legge. L’Alta Corte ha confermato ciò che altri due tribunali giudiziari avevano già indicato circa l’azione giudiziaria: la tutela non aveva i requisiti legali per essere approfondita.

La Corte afferma che l’attore ha dovuto ricorrere ad altri meccanismi, prima di intentare l’azione di tutela affinché il materiale che ritiene dannoso per i minori venga rimosso dai social network, come Tik Tok, Facebook, YouTube e Instagram.

“L’attore ha ammesso di non aver chiesto agli imputati di modificare o rimuovere il contenuto umoristico che ritiene violi i diritti dei bambini e degli adolescenti. Né ha presentato alcuna richiesta o pretesa simile ai social network in cui sono ospitati. Ciò nonostante il fatto che queste piattaforme consentano la segnalazione delle pubblicazioni ivi rinvenute, per cui tale obbligo è imposto anche al ricorrente”, ha considerato l’Alta Corte.

Nello specifico, si legge nella sentenza di tutela, Google e Instagram hanno risposto che non è pervenuta alcuna denuncia o denuncia da parte del cittadino che ha presentato la tutela o di un’altra persona contro gli account e i canali dei comici, e hanno spiegato come i meccanismi e le procedure disponibili in caso di segnalazione di qualsiasi contenuto o utente quando viola gli standard della comunità di entrambe le piattaforme.

“Anche se questa Camera di revisione non effettuerà uno studio sostanziale per le ragioni esposte, non si può perdere di vista che eventuali disaccordi che il ricorrente potrebbe avere riguardo alla tutela dei diritti fondamentali dei bambini e degli adolescenti potrebbero essere resi noti a coloro che considerare ragionevolmente di violare i propri doveri e utilizzare i meccanismi abilitati dalle diverse piattaforme digitali. Nello stesso senso, quanti operano nel campo della comunicazione pubblica e dei social network sono chiamati ad adottare e rafforzare i propri meccanismi di autocontrollo e le buone pratiche, che concretizzano la ponderazione dei principi e dei diritti costituzionalmente tutelati, soprattutto con riguardo alla la prevalenza dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, afferma la sentenza della Corte Costituzionale.

Per saperne di più su giustizia, sicurezza e diritti umani, visita la sezione giudiziaria di Lo spettatore.

 
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