Quando Gareca era “vicino” alla guida della Nazionale dopo averla quasi lasciata fuori da un Mondiale :: Olé

Quando Gareca era “vicino” alla guida della Nazionale dopo averla quasi lasciata fuori da un Mondiale :: Olé
Quando Gareca era “vicino” alla guida della Nazionale dopo averla quasi lasciata fuori da un Mondiale :: Olé

Era vicino. Molto vicino. O almeno questo è quello che sentiva Ricardo Gareca. Il 66enne difensore che – ora insieme al tuffatore cileno – incontrerà la Nazionale per la quinta volta. Quella stessa Argentina con cui ha patito certi dissapori. Come essere escluso dal Mondiale ’86 dopo aver segnato il gol della qualificazione. Oppure la sfumata illusione di dirigerlo in quella turbolenta Russia post Mondiali, col ciclo dell’ Jorge Sampaoli scadenza passata e la scommessa su Lionel Scaloni ancora fuori dall’agenda.

Gareca, attuale allenatore del Cile. (EFE)

“L’ho visto qui vicino”, ha confessato Tigre qualche tempo fa, riconoscendo di considerarsi parte di “quel processo” in cui “c’era molta indecisione”. Tanti dubbi quanti sono i nomi sul tavolo: Mauricio Pochettino, Marcelo Gallardo, Diego Simeone… Tra questi, Gareca, che aveva chiesto un mese alla FPF prima di dare una risposta alla proposta di prolungare il suo contratto, ormai estinto dopo il Mondiale in cui il Perù era stato escluso al primo turno (terzo nel girone dietro Francia e Danimarca).

Ma la sua illusione albiceleste non andava oltre quello status: Senza approcci ufficiali con l’AFA, la continuità di Gareca con il Perù verrebbe suggellata qualche tempo dopo. Avrebbe anche completato un altro processo di qualificazione, che sarebbe culminato con la sua squadra che gareggiava in uno spareggio senza successo.

Adesso Gareca, però, non era più toccato né diffidato da quel sogno irrealizzato. Senza andare oltre, quest’anno ha spiccato il livello di competitività dello staff tecnico di Lionel Scaloni, che ha vinto entrambe le partite contro il Flaco: 2-0 a Lima (2020) e 1-0 al Monumental (2021). In entrambi, superandolo a livello calcistico.

Questo confronto, tuttavia, sarà diverso a seconda dell’istanza e del contesto. Perché è il Cile che torna di nuovo al MetLife dove ha vinto la Copa América Centenario contro l’Argentina. E ancora, con un allenatore argentino in panchina: quella volta era guidato da Juan Antonio Pizzi. Anche perché il risultato della partita potrebbe dare sollievo alla Nazionale in vista della classifica, o risvegliare le sue esigenze per l’ultimo appuntamento (si misurerà sabato contro il Perù, allo stadio dei Miami Dolphins).

Anche se è chiaro che il livello di stress che genererà il faccia a faccia del New Jersey sarà molto inferiore a quello di quello 0-0 del 2017 alla Bombonera. Un pareggio tra le squadre di Gareca e Sampaoli che lascia l’Argentina sull’orlo dell’esclusione dal prossimo Mondiale. Situazione che si sarebbe risolta grazie alla magia di Messi a Quito quasi un anno prima della battuta d’arresto contro la Francia agli ottavi, fine dell’era Sampa, posto da allenatore vacante con candidature varie. Di quella possibilità che la Tigre si sentisse così vicina.

 
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