Negoziati finali per la Legge sulle Basi e riconfigurazione del governo nell’agenda urgente di Javier Milei

Negoziati finali per la Legge sulle Basi e riconfigurazione del governo nell’agenda urgente di Javier Milei
Negoziati finali per la Legge sulle Basi e riconfigurazione del governo nell’agenda urgente di Javier Milei

Javier Milei e Guillermo Francos attendono l’approvazione della Legge sulle Basi alla Camera dei Deputati

Dopo un semestre di dibattiti, operazioni e trattative incrociate, e dopo la sanzione generale del Senato, il Governo cercherà di chiudere definitivamente questa settimana la discussione sulla Legge sulle Basi e sul pacchetto fiscale con la sua approvazione definitiva in Deputati e aprirà in quella modo una nuova fase di gestione che includerà una riconfigurazione di parte del gabinetto, da allora in fase di analisi Javier Milei Ha deciso di dichiarare pubblicamente di non essere soddisfatto del funzionamento di alcuni suoi collaboratori, in particolare dell’ex Capo di Stato Maggiore. Nicolas Posse.

Ieri, mentre i notiziari dedicavano buona parte della copertura giornalistica al “caso prestito”, alla Casa Rosada si seguivano da vicino le ultime trattative parlamentari con l’opposizione dialogante e i blocchi alleati, soprattutto in vista delle sorti della ricomposizione del Guadagni dei dipendenti di quarta categoria e Beni personali, i due principali titoli del pacchetto fiscale bocciato dal Senato e su cui il Governo ha cercato di trovare il consenso dei Deputati secondo il testo originario, al di là della battuta d’arresto alla Camera alta che ha innescato una crisi controversia tecnica a causa della sua validità e che non è stata ancora risolta.

Fonti ufficiali hanno confidato a questo mezzo che i colloqui finali in materia, prima della spinta di martedì per un parere sugli articoli modificati dal Senato, sono stati fruttuosi. “Dovrebbero esserci i voti per il pacchetto fiscale”ha detto a tarda notte un leader del blocco, dopo ore di dibattito a tempo che gli inviati dell’Esecutivo hanno condotto nel pomeriggio in Deputati con gli alleati, in generale ben disposti a collaborare con il Governo per definire una volta per tutte il pacchetto di leggi inviato Milei al Parlamento.

Al contrario, le fonti consultate riconoscono che, nel capitolo legato alle privatizzazioni, Fino a ieri il governo non aveva raggiunto il consenso della maggioranza per includere nuovamente alcune imprese che sono stati esclusi dall’elenco dopo il dibattito in Senato, appunto compagnie aeree argentine O la posta. È stato lo stesso partito al potere, prima del dibattito alla Camera alta, ad eliminare entrambe le società insieme alla RTA. Quella decisione, che cercava di convincere una parte degli alleati e una parte dell’opposizione peronista alla sanzione generale, è servita nelle ultime ore come argomento tecnico per Miguel Angel Pichetto -il deputato ha portato la questione all’incontro con il partito al potere- per lasciare quasi chiuse le trattative in questo ambito.

In ogni caso, sottolineano fonti ufficiali, il Governo dovrà tornare alla carica più tardi.

José Rolandi, intimo di Guillermo Francos, ha portato avanti i negoziati per la Legge delle Basi
José Rolandi, intimo di Guillermo Francos, ha portato avanti i negoziati per la Legge delle Basi

In prima linea nelle trattative si è posizionato ancora una volta in queste ore José “Cochi” Rolandiil vicecapo di gabinetto, un tecnico arrivato al gabinetto per mano di Posse e sopravvissuto alla sua partenza, che fu molto traumatica per l’ex capo dei ministri: non durò nemmeno un semestre nel servizio pubblico. Guillermo Francosil suo sostituto, che aveva instaurato con lui rapporti nella Corporación América, tentò di reinserirlo in più di un’occasione, ma rinunciò quando incontrò un rifiuto insormontabile da parte del “triangolo di ferro” formato da Milei e sua sorella Karina, e dal stratega Santiago Caputo.

Questo lunedì nelle sedi ufficiali ci si interrogava sul futuro di Rolandi una volta che la Legge Base e il pacchetto fiscale saranno già stati definitivamente sanciti. Finora il vicecapo di gabinetto si è dedicato quasi a tempo pieno alla negoziazione di questi testi con il Parlamento. Al punto che ha instaurato un buon rapporto con diversi legislatori, che ne riconoscono la professionalità. “Ha imparato molto in questi mesi”, ha riassunto ieri sera un leader del blocco.

Avrai un controllo di gestione quotidiano dopo la sanzione dei progetti? È una domanda che circolava in quel periodo nei corridoi ufficiali. Soprattutto perché Francos intende avere un ruolo molto più politico che controllore di gestione. L’ex ministro dell’Interno ha capito perfettamente come il sistema decisionale ideato da Milei, dalla sorella e dal consulente politico laureatosi al Jaime Duran Barba ma ciò ha sbloccato un livello di influenza maggiore di quello che aveva l’ecuadoriano Maurizio Macri quando decise di farsi carico di buona parte dell’amministrazione del potere. Francos non vuole entrare in quella disputa. Non interessato. Preferì addirittura restare al pianterreno della Casa Rosada e lasciare l’ufficio del capo di gabinetto affinché potesse eventualmente essere occupato dalla sorella del presidente.

Salvato dal ministro coordinatore e monitorato da vicino da Caputo attraverso la supervisione di Maria Ibarzabaldella più estrema fiducia dello stratega, stimato anche dagli alleati – ha accompagnato il vicecapo di stato maggiore in tutti gli incontri -, Rolandi è uno dei collaboratori che attendono il nuovo assetto del capo di stato maggiore, in stand-by finché Milei non definirà in che misura intende riconfigurare l’assetto di governo e i poteri dei suoi collaboratori.

Lo stratega Santiago Caputo, uno degli uomini più fidati del presidente Javier Milei
Lo stratega Santiago Caputo, uno degli uomini più fidati del presidente Javier Milei

Il margine d’azione che avrai dipenderà, in larga misura, da tale risoluzione. Federico Sturzeneggeril cui arrivo a ministro è stato ritardato nei giorni scorsi dopo che lo stesso Milei aveva annunciato alla fine di maggio di avergli riservato un posto di ministro, probabilmente per “modernizzazione” o “dereregolamentazione”.

Per ora, l’ex presidente della Banca Centrale Macri, un “colosso”, secondo il capo dello Stato che insiste ancora per chiudere l’ente, sa già che non avrà il controllo delle aziende pubbliche sotto il suo controllo, che passeranno sotto la sua orbita Luis “Totò” Caputocon il quale intrattiene uno sordido diverbio di cui nelle ultime settimane hanno cercato di abbassare l’intensità.

La riorganizzazione gestionale, in un buon numero di ambiti, punto debole del consiglio di amministrazione libertario, Si tratta di un compito pendente per il capo dello Stato per il secondo semestre.

Nelle ultime settimane “Totò” ha abbassato la sua visibilità. È in attesa. Al di là del notevole rallentamento della crescita dei prezzi, anche i numeri economici mostrano in generale dati allarmanti: l’INDEC ha ufficializzato ieri che il Pil è crollato nel primo trimestre – un calo del 5,1% -, il dollaro libero è risalito in queste ore e il mercato Comincia a chiedersi quanto tempo potrà resistere il ministro senza una svalutazione importante, al di là del picchetto strisciante circa il 2%.

A quel tempo, all’interno del governo non si conosceva ancora il destino finale di queste aziende. Fino a ieri, Diego Chaher Lavorò a Casa Rosada sotto la direzione di Santiago Caputo, con la direttiva di individuare e sostituire tutti i dirigenti e dirigenti che, fino alla sua estromissione dal Governo, facevano capo a Posse.

Il consulente ha delegato questo compito all’ex controllore dei media pubblici e ai suoi più stretti collaboratori. Dopo un semestre, come il segretario generale della Presidenza, lo stratega ha sempre più poteri: controlla il gabinetto, l’area Energia, le notizie sui capitolati dei giudici della Corte Suprema inviate al Senato e il nuovo intervento della l’AFI, nelle mani di Sergio Neiffert. Questa zona è la più delicata di tutte: Caputo l’ha riservata scouting per lui e i suoi soci.

Secondo il piano di volo, dopo una sosta tecnica a Recife, in Brasile, Milei sarebbe dovuto atterrare nel Paese martedì mattina per monitorare le ultime trattative alla Camera in vista della sentenza e della sessione che, secondo la tabella di marcia, dovrebbe avrà luogo questo giovedì a Deputati.

Miguel Ángel Pichetto, uno dei leader dell'opposizione dialogante e la sua posizione nei confronti delle imprese pubbliche che complica il Governo (Gustavo Gavotti)
Miguel Ángel Pichetto, uno dei leader dell’opposizione dialogante e la sua posizione nei confronti delle imprese pubbliche che complica il Governo (Gustavo Gavotti)

In Spagna, Germania e Repubblica Ceca, il presidente ha celebrato una serie di premi, arrivando al punto di affermare che sta “riscrivendo gran parte della teoria economica”. Milei esacerba la sua leadership. Ha anche aggiunto che “probabilmente” sarebbe stato preso in considerazione per il “Premio Nobel per l’economia”, per scherzo Daniele Scioliche la settimana scorsa si autodefiniva “peronista e libertaria”.

Non è il solo: parallelamente alla sanzione generale della Legge sulle Basi e del pacchetto fiscale al Senato, ha sfilato per Casa Rosada un gruppo di governatori peronisti – anche provinciali e alleati – che non hanno leadership nazionale e che notano una poco più pragmatismo nel governo. Inoltre, è urgente il rimpiazzo degli utili, che sono ripartiti per oltre il 50%, soprattutto quelli del Centro e del Nord.

La settimana scorsa sono passati i capi provinciali di Salta, Tucumán, Catamarca e Jujuy. Prima di quello di Neuquén. Questo martedì toccherà a quelli di San Juan, Santa Fe e San Luis, di Together for Change. Gustavo Valdés, di Corrientes, ha avvertito che non sarebbe della partita a causa della notizia agghiacciante sulla scomparsa di Loan. Mercoledì, intanto, i leader della PRO e dell’UCR si incontreranno in gruppo per definire una posizione comune per i negoziati finali sul pacchetto di leggi che dovrà essere sancito una volta per tutte al Congresso.

Successivamente, Milei intende celebrare il suo “Patto di maggio” in differita a Tucumán, la notte del prossimo 9 luglio, come ha chiamato la settimana scorsa da Rosario. Una data rischiosa per chi fa della comunicazione una delle principali politiche del suo Stato. Quella notte, se tutto andrà come previsto da Lionel Scaloni, la squadra di calcio argentina potrebbe giocare negli Stati Uniti per la semifinale di Copa América.

 
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