L’ispezione DNI ha escluso, “entro i limiti della ragione”, che la Direzione avesse intercettato i magistrati

Nel pomeriggio di giovedì 27 giugno, l’Ispettorato generale della Direzione nazionale dell’intelligence ha diffuso un comunicato stampa sulla possibile intercettazione di comunicazioni indirizzate ai magistrati (dei tribunali) da parte di organizzazioni di intelligence.

Secondo i criteri di

Nella dichiarazione in cinque punti, l’Ispezione DNI afferma che “l’Ispezione Generale, in conformità con le sue funzioni legali, assicura che le attività di intelligence e controspionaggio siano svolte nel quadro del rispetto dei diritti umani, con efficacia ed efficienza, garantendo la tutela del regime democratico e dell’ordine costituzionale”.

In un secondo punto ribadisce che “per l’Ispezione Generale è chiaro che non esiste alcuna autorizzazione legale per intercettare comunicazioni nel quadro delle attività di intelligence e controspionaggio svolte dalla Direzione nazionale dell’intelligence”.

Il sequestro e la riconquista del Palazzo di Giustizia furono registrati il ​​6 e 7 novembre 1985.

Foto:TEMPO

Questo era il processo

Al terzo punto l’Ispettoria precisa di aver disposto l’apertura dell’accertamento 03 del

2024, sulla base delle informazioni pervenute alla Direzione Generale dell’

DNI del 5 febbraio 2024, relativo alla possibile intercettazione di

comunicazioni indirizzate agli onorevoli magistrati della Corte Suprema di Giustizia da parte di organizzazioni di intelligence, inclusa la Direzione Nazionale dell’Intelligence.

“Che, nello svolgimento di detta verifica, l’Ispezione Generale del DNI: i) ha analizzato gli orientamenti e le politiche istituzionali per l’acquisizione e l’uso dei mezzi tecnologici; ii) ha verificato gli strumenti tecnologici acquisiti dall’ente; iii) ha ispezionato ciascuno dei locali di intelligence situati a Funza e Bogotá e ha determinato le capacità umane, tecniche e tecnologiche di cui dispone l’entità, senza prove di disporre di apparecchiature di intercettazione per dispositivi di sicurezza.

comunicazioni, tradizionali o crittografate; iv) verificato nell’archivio dell’ente che non vi siano informazioni relative agli Onorevoli Magistrati della Corte Suprema di Giustizia; v) ha escluso il presunto svolgimento di attività di intelligence e controspionaggio in un edificio situato tra la 92esima e l’11esima di questa città; vi) analizzato le missioni di lavoro di intelligence e controspionaggio svolte nel secondo

semestre dell’anno 2023, relativo a ricerche su Internet, e ha escluso la profilazione di alti dignitari della giustizia e, vii) ha intervistato agenti dell’intelligence e coordinatori operativi, che affermavano di conoscere il divieto di intercettare le comunicazioni nell’attività missionaria,” spiega l’ispettore.

E per questo, ha assicurato, l’Ispezione Generale”escluso, nei limiti della ragione, che la Direzione nazionale dell’intelligence abbia avuto qualche partecipazione alle presunte intercettazioni già richiamate.”.

Jorge Ibáñez, vicepresidente della Corte Costituzionale

Foto:Sergio Acero, IL TEMPO

La verifica verrà effettuata nel caso di Ibáñez

Nella dichiarazione, l’Ispettorato DNI precisa che, “in conformità con la dichiarazione resa ai media dall’onorevole magistrato della Corte Costituzionale, Jorge Enrique Ibáñez, in relazione alla possibile intercettazione dei loro

comunicazione e quelle dei suoi più stretti collaboratori, L’Ispettorato Generale ha deciso di aprire la relativa verifica. La stessa situazione è prevista dagli Alti Dignitari della Giurisdizione Speciale per la Pace, che hanno rilevato la stessa preoccupazione“.

In un quinto punto, si indica che l’Ispettorato Generale sta svolgendo una verifica, al fine di stabilire se la Direzione Nazionale dell’Intelligence ha avuto interferenze,

diretta o indiretta, nella presunta acquisizione da parte del governo colombiano

del malware spia Pegasus.

Questo, secondo la pubblicazione del quotidiano israeliano Haaretz – 26 marzo 2024 -, dove si precisa che l’acquisizione sarebbe stata effettuata nel 2020, attraverso la società

Gruppo NSO, del valore di 13 milioni di dollari.

L’Ispettorato Generale, inoltre, ha ordinato di certificare copie di tali informazioni davanti alla Procura Generale, per la sua giurisdizione.

Editoriale della Giustizia:

In X: @JusticiaET

 
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