Per risparmiare sulle opere pubbliche, lo Stato ha finito per importare gas a un valore quasi triplo rispetto al 2023

Per risparmiare sulle opere pubbliche, lo Stato ha finito per importare gas a un valore quasi triplo rispetto al 2023
Per risparmiare sulle opere pubbliche, lo Stato ha finito per importare gas a un valore quasi triplo rispetto al 2023

La paralisi delle principali opere infrastrutturali in Argentina, soprattutto nel settore energetico, si sta rivelando estremamente costosa per il Paese. È il caso dei gasdotti, la cui mancanza di progresso ha costretto lo Stato a importare gas naturale liquefatto (GNL) a prezzi esorbitanti.

La decisione del governo Javier Milei Il rinvio dei lavori di inversione del gasdotto Nord ha avuto ripercussioni significative. Questo rinvio costrinse l’Argentina a firmare nuovi contratti con la Bolivia a prezzi molto alti. Secondo informazioni confermate, il nuovo addendum al contratto con la Bolivia prevede che l’Argentina pagherà 21 dollari per MBTU (milione di unità termiche britanniche) nel mese di settembre (quando l’anno scorso veniva pagato tra 6 e 9)in contrasto con i 4,5 dollari per MBTU pagati per il gas estratto a Vaca Muerta durante l’inverno e meno di 12 dollari per MBTU per il GNL importato.

Il prezzo del gas boliviano è più di quattro volte il costo del gas locale, il che rappresenta un costo aggiuntivo significativo. Il Ministero dell’Energia riconosce che trasferire questi costi sulle tariffe non sarebbe fattibile, dato che potrebbe avere un impatto devastante sui consumatori. Enarsa, la compagnia energetica statale argentina, assorbirà il costo aggiuntivo, che sarà conteggiato come parte dei sussidi del Tesoro Nazionale.

Il governo ha mantenuto la politica di fissare un prezzo unico all’ingrosso per il gas. Attualmente tutte le famiglie pagano in media 3,3 dollari per MBTU, un valore che varia a seconda della stagione dell’anno e del reddito dei consumatori. Tuttavia, le costose importazioni stanno mettendo sotto pressione gli obiettivi fiscali, con un impatto stimato di oltre 2 miliardi di dollari.

Il Gasdotto Nord, inizialmente previsto per importare gas dalla Bolivia, ora deve invertire il suo flusso a causa del declino della produzione boliviana e dell’aumento della Vaca Muerta. Il progetto prevede la costruzione di 123 chilometri di linee elettriche tra Tío Pujio e La Carlota, l’ampliamento di 62 chilometri del gasdotto Juana Azurduy e l’inversione della direzione di iniezione del gas in diversi impianti di compressione.

L’opera ha un budget di 710 milioni di dollari, con un finanziamento parziale di 540 milioni attraverso un prestito della CAF (Banca di Sviluppo dell’America Latina). La differenza di 170 milioni di dollari sarebbe stata coperta con i fondi Cammesa. Tuttavia, i lavori sono stati interrotti dopo il cambio di governo. La gara chiave è stata dichiarata nulla dal nuovo Ministro dell’Energia, Eduardo Rodríguez Chirilloe nonostante il processo sia stato riavviato, i lavori in alcuni tratti sono appena iniziati e altri aggiudicazioni sono state risolte solo all’inizio di maggio.

 
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