Il segretario del Tribunale Federale del Río Grande ha analizzato la misura cautelare di sospensione dell’aumento della tariffa del gas per 90 giorni emessa dal giudice, e ha analizzato le conseguenze quando il giudice risolverà, nei prossimi giorni, la questione di fondo.
Il Tribunale Federale del Río Grande, presieduto dal giudice Mariel Borruto, compie progressi significativi nell’analisi giuridica sostanziale dell’aumento della tariffa del gas nella Terra del Fuoco. Questo processo si trova in una fase critica a seguito del recente provvedimento precauzionale che sospende gli aumenti tariffari per un periodo di 90 giorni, su richiesta della Giunta provinciale. Il Dott. Juan Vicente, segretario della Corte, ha fornito dettagli su FM Master sugli impatti di questa risoluzione e sui passi futuri nella valutazione della questione di fondo.
Il governo della Terra del Fuoco ha presentato un’azione di amparo mettendo in discussione due risoluzioni emesse dall’Ente Nazionale di Regolazione del Gas (ENARGAS) e dal Ministero dell’Energia, che hanno stabilito la nuova tabella tariffaria riflessa nelle recenti fatture. Vicente ha spiegato che “lo scopo del processo è analizzare questa richiesta di revoca di queste risoluzioni, cioè ciò che viene giudicato nel caso in generale”. Per raggiungere una decisione definitiva è necessaria l’apertura del processo e devono essere prese in considerazione le opinioni di tutte le parti coinvolte.
Il giudice Borruto, rispondendo alla richiesta di misura cautelare avanzata dalla Giunta provinciale, ha ordinato alla società Camuzzi di non interrompere l’erogazione del gas per evitare danni agli utenti in attesa della risoluzione della questione cautelare.
Dopo aver ricevuto le risposte degli enti nazionali e dei soggetti coinvolti, il giudice ha sospeso gli aumenti tariffari per i prossimi tre mesi. Durante questo periodo si prevede che verrà raggiunta una soluzione definitiva sul caso.
In relazione al risarcimento di quanto già pagato dagli utenti, Vicente ha chiarito che il giudice ha stabilito che ciò “non costituisce ancora un’urgenza sufficiente per affrontarlo adesso e lo affronteremo alla fine quando risolveremo definitivamente il caso. ” Pertanto, sebbene le tariffe maggiorate non siano applicabili e gli utenti non siano tenuti a pagarle, la restituzione degli importi versati verrà affrontata in seguito.
Una situazione particolare evidenziata da Vicente è quella degli utenti con addebito automatico, che, se pagano volontariamente, non potranno chiedere indietro i soldi.
“L’utente può pagare o scegliere di non pagare e aspettare di vedere cosa si risolve, in breve, queste sono le opzioni che ha”, ha spiegato Vicente, indicando che non dovrebbero generarsi interessi per il mancato pagamento a causa della sospensione. di esecutività.
Obiettivo principale della misura cautelare è quello di garantire che gli effetti di un’eventuale sentenza non diventino astratti, cioè che la risoluzione giudiziaria abbia un impatto reale e tangibile sulla popolazione colpita. Vicente ha paragonato questa precauzione alla detenzione preventiva in materia penale, intesa a impedire all’imputato di eludere il processo giudiziario.
Si tratta di aumenti tariffari compresi tra il 700 e il 1.000 per cento da un mese all’altro, senza variazioni dei consumi, che Vicente ha definito “sproporzionati e imprevedibili”. Questa situazione giustifica la plausibilità della domanda e la necessità di una misura cautelare per evitare conseguenze indesiderate nel tempo necessario all’iter giudiziario per arrivare alla sentenza.
In conclusione, l’intervento giudiziario nel caso degli aumenti del gas nella Terra del Fuoco mira a bilanciare gli interessi degli utenti e delle imprese fornitrici, garantendo che qualsiasi decisione finale abbia un impatto effettivo e non meramente teorico. La prossima delibera del giudice Borruto nel merito sarà determinante per definire le future tariffe della provincia.
