Preoccupato per le riserve della Banca Centrale, il mercato attende i movimenti di Caputo dopo la Legge sulle Basi

Preoccupato per le riserve della Banca Centrale, il mercato attende i movimenti di Caputo dopo la Legge sulle Basi
Preoccupato per le riserve della Banca Centrale, il mercato attende i movimenti di Caputo dopo la Legge sulle Basi

(Immagine illustrativa Infobae).

Sebbene fino a pochi mesi fa la Legge Base (più il Pacchetto Fiscale) costituisse, insieme al volume degli acquisti di dollari da parte della Banca Centrale, la principale ossessione del mercato di cui analisti e investitori attendevano con ansia la sua avanzata come segno di governabilità, la sua imminente L’approvazione non fa più scattare lo stesso entusiasmo non basta a dissipare le loro paure. Il principale di questi è Come affrontare il terzo trimestre dell’annoin cui diminuiranno le entrate in valuta estera e, in cambio, aumenteranno gli obblighi in dollari, il che avrà un impatto sulle riserve.

Questa flessione, stagionale e addirittura prevista nell’accordo con il Fondo monetario, avrebbe potuto essere parzialmente compensata con i benefici che il Governo spera portino dalle leggi in discussione a Deputati. In sostanza, l’arrivo di dollari provenienti dal riciclaggio di denaro incluso nel pacchetto fiscale. Anche di possibili investimenti, in particolare nel settore minerario dove ci sono progetti avanzati.

Ma il dibattito sulla legge è stato prolungato e, di conseguenza, è difficile che gli effetti si vedano chiaramente molto prima della fine dell’anno, anche se l’approvazione da parte del Congresso delle leggi inviate dall’esecutivo è considerata un passo indispensabile e la previsione di sanzioni definitive attese all’ultimo minuto ha un po’ migliorato il clima degli ultimi round per le obbligazioni – rimaste stabili dopo i rialzi di mercoledì – e per le azioni – che si sono riprese -, persistono tensioni sui cambi. Persistono dubbi soprattutto sul secondo semestre. La Banca Centrale ha venduto nuovamente 85 milioni di dollari, il che accresce le preoccupazioni su questo fronte.

Nel terzo trimestre dell’anno, i proventi in valuta estera diminuiranno e, in cambio, aumenteranno gli obblighi in dollari, con un impatto sulle riserve della Banca Centrale.

Un rapido resoconto lo indica, assumendo un risultato neutrale della Banca Centrale sul mercato dei cambi Nei prossimi due mesi, cioè senza comprare dollari ma nemmeno venderli, andrebbero perduti circa 5 miliardi di dollari delle riserve accumulate per il pagamento del debito. Si tratta di una cifra superiore a quanto menzionato dallo stesso presidente Javier Milei riferendosi agli obiettivi del Fondo, secondo i quali le riserve potrebbero diminuire di circa 3 miliardi di dollari nei prossimi tre mesi, visto l’eccesso di realizzazione nella prima parte dell’anno.

“Questa perdita potrebbe essere parzialmente compensata con alcune entrate in dollari derivanti dal riciclaggio di denaro e dagli investimenti”, ha affermato l’economista Fernando Marull in una conversazione con gli investitori. Vale a dire, la Legge Base che comprende il Regime di Incentivazione ai Grandi Investimenti (RIGI) e il Pacchetto Fiscale che comprende il riciclaggio di denaro, sono condizioni necessarie anche se lungi dall’essere sufficienti, almeno secondo i prezzi degli asset oggi sul mercato, per pavé la via per l’uscita delle azioni.

“Il miglioramento delle riserve è stato di 12.000 milioni di dollari, le emissioni per finanziare il Tesoro sono pari a 0, il surplus finanziario è pari allo 0,4% del PIL. Nonostante tutto ciò, il rischio paese non scende sotto i 1.400 punti”, ha descritto l’analista GMA Capital, che ha valutato che “non si tratta di un rischio politico al 100%. Il mercato chiede qualcosa in più”.

In questa direzione cominciano a crescere le aspettative per le prossime mosse del ministro dell’Economia, Luis Caputo. Al centro della speculazione c’è l’aspettativa che, finalmente, in tandem con la Banca Centrale, il ritmo del picchetto strisciante (svalutazione mensile oggi al 2%) ad un tasso più vicino al 5%, al pari dell’annunciata diminuzione della tassa PAIS. Chi valuta questo scenario lo considera una via di mezzo che consentirebbe migliorare il tasso di cambio per i settori di esportazioneanche “non agricoli”, senza peggiorare la situazione per gli importatori.

Questo però non è quello che ha detto Caputo la settimana scorsa quando in un energico post sul suo account social X ha escluso una svalutazione e ha anche sostenuto che la svalutazione resterà al 2%

 
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