Il brutale attacco di un neonazista al comico spagnolo Jaime Caravaca | La violenza in Spagna raggiunge gli spettacoli comici

Il brutale attacco di un neonazista al comico spagnolo Jaime Caravaca | La violenza in Spagna raggiunge gli spettacoli comici
Il brutale attacco di un neonazista al comico spagnolo Jaime Caravaca | La violenza in Spagna raggiunge gli spettacoli comici

Il neonazista Alberto ‘Pugilato’ ha attaccato il comico questo lunedì Jaime Caravaca durante uno spettacolo a Stazione della birra da Madrid. Le immagini, diffuse dall’estrema destra attraverso i social network, mostrano l’aggressore che irrompe sul palco e chiede con aria di sfida al comico se sa “chi è”, per poi prenderlo a pugni.

Dopo questo primo attacco, ‘Pugilato’ mette all’angolo Caravaca sul palco, a quel punto cerca di giustificare il motivo della sua rabbia: “Questo è per commenti pedofili che ha creato mio figlio.” L’aggressore attacca quindi ferocemente di nuovo il comico prima di lasciare definitivamente il palco.

Jaime Caravaca ha risposto su X (ex Twitter) solo pochi giorni fa a un tweet in cui l’estrema destra condivideva un’immagine con suo figlio. “Niente e nessuno può impedire la possibilità che lui sia gay e che quando crescerà si stufi succhiare il cazzo del lavoratore nero“, ha scritto il comico.

Un commento che, come ha riferito lo stesso Caravaca questo sabato sulle sue reti, gli è valso un’ondata di commenti “Minacce naziste”, “Pugilato” è uno di questi. “Riderai molto con me, Jaime”, lo aveva avvertito lo stesso aggressore. Parole che sono state replicate dall’entourage filonazista dell’aggressore, chiedendosi addirittura – con spirito intimidatorio – se il comico sarebbe stato in grado di ripetere “lo scherzo di persona”.

Condanne e convocazioni naziste

L’aggressore era già stato condannato nel 2021 per un crimine d’odio. La Corte Suprema ha ritenuto che Alberto GJ, insieme al resto dei membri del gruppo musicale Pugilato, di cui l’aggressore è il leader, ha tirato di scherma durante un’esibizione”espressioni suprematiste di disprezzo nei confronti di individui appartenenti a determinati gruppi, semplicemente perché fanno parte di una comunità che non è tollerata.

Allo stesso modo, secondo un documento della Procura del 2021 in riferimento a un altro caso, si precisa che l’indagine della polizia “ha rivelato che almeno dall’agosto 2018 al marzo 2019” l’imputato “avrebbe pubblicato tramite il suo profilo su Twitter”. “decine di messaggi in cui esprime inequivocabilmente la sua disprezzo e animosità verso gli immigrati di etnie maghrebine o latinoamericane o agli zingari”, “assimilandoli a delinquenti e suscitando in modo ideale sentimenti di ostilità e discriminazione nei loro confronti, giustificando anche il compimento di atti violenti contro detti gruppi”.

 
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