La Procura rivela i dettagli di come è avvenuto il delitto.
Giunti in un villaggio nel settore alto di Coyhaique, sono scesi due degli interessati, tra cui l’imputato oggi imputato, che – armati di armi da fuoco – si sono avvicinati alla vittima minacciandola di salire sull’auto.
Sabato scorso, la Procura locale di Coyhaique ha formalizzato un caso di reato di rapimento, evento avvenuto nel pomeriggio del 3 giugno a Coyhaique. L’imputato è stato arrestato a Puerto Aysén dagli investigatori della Brigata Antinarcotici della PDI per traffico di microdroga.
Secondo quanto affermato nell’udienza del procuratore capo di Coyhaique, José Moris, del 3 giugno intorno alle 15, l’imputato, 20 anni, insieme ad altri due soggetti circolavano sulle strade pubbliche a bordo di un veicolo bianco. Giunti in un villaggio nel settore alto di Coyhaique, sono scesi due degli interessati, tra cui l’imputato oggi imputato, che – armati di armi da fuoco – si sono avvicinati alla vittima minacciandola di salire sull’auto.
Una volta all’interno del cellulare, gli imputati hanno continuato a minacciare la vittima con armi da fuoco, portandola per varie strade fino a lasciarla in prossimità di un’area pubblica, situata nel settore Tejas Verdes di Coyhaique. In questo caso l’attività investigativa è stata richiesta dal Pubblico Ministero alla Brigata Omicidi della PDI.
Microtraffico
Nell’ambito di questa indagine, giovedì scorso intorno alle 19:55, il personale della Brigata Antinarcotici della PDI si è recato a casa dell’imputato a Puerto Aysén, dove è stato sorpreso in possesso di due sacchi di nylon contenenti cannabis sativa, del peso lordo di 25 grammi, contanti e una bilancia digitale, oggetti che si trovavano nella camera da letto dell’imputato.
Su richiesta della Procura, l’imputato è stato posto in carcerazione preventiva dal Tribunale di Garanzia, che ha stabilito un termine di 80 giorni per l’espletamento del procedimento.
Un altro detenuto
Nell’ambito di questo caso, il 4 giugno intorno alle 02:27 del mattino, un altro imputato, formalizzato come complice dalla Procura, è stato sorpreso alla guida del veicolo utilizzato per il rapimento, lungo via Almirante Simpson in questo comune. .
In questa circostanza è stato ispezionato dal personale dei Carabineros del Primo Commissariato di Polizia, i quali si sono accorti che il cellulare aveva odore di cloro, per nascondere gli effetti del delitto e impedirne il ritrovamento.
Per questo secondo imputato, già formalizzato, il Pubblico Ministero ha richiesto misure cautelari di radice nazionale e comunale, oltre al divieto di avvicinamento alla vittima dell’incidente, richiesta che è stata accolta dal Tribunale di Garanzia.
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