Il campione è stanco, ma vuole ancora un round

John Francis Bongiovi era determinato a diventare una rock star, ancor prima di scoprire di avere il talento per diventarlo.

Forse è per questo che, quando era adolescente, due insegnanti di canto gli dissero che non aveva qualifiche e lo respinsero. “Ho detto loro che ce l’avevo”, conclude ora, quattro decenni dopo, con un sorriso accattivante stampato in faccia, come si può vedere in un frammento del documentario. Grazie, buonanotte!: La storia di Bon Jovipresentato in anteprima su Star +.

Serie: “Grazie, buonanotte: La storia di Bon Jovi” (Disney)

Ma non è questo il tono del lavoro, tutt’altro. La storia si articola, da un lato, nella precisa cronologia dell’ascesa di una delle band che hanno dominato il mondo nei glamour degli anni ’80; e dall’altro, nella riflessione attuale di un uomo di 62 anni, che lotta per guarire le ferite alle corde vocali.

“Ricordo che correvo su questo palco come un maniaco. Quanta forza aveva allora. Era uno dei migliori. Adesso il campione è stanco”, dice un onesto e fragile Jon Bon Jovi in ​​un frammento del primo capitolo.

Questa situazione si approfondirà con il passare delle ore della docuserie, al punto da essere sull’orlo delle lacrime.

Quella battaglia per riconquistare il potere della sua gola (“accettare la differenza tra quello che sono adesso e quello che ero”) è in contrasto con la brillantezza dell’inizio, quando aveva lo slancio di un razzo per finire per diventare una star globale.

Naturalmente aveva anche i giusti compagni di band (soprattutto la sua specie di nemesi e allo stesso tempo partner ideale, Richie Sambora), l’aspetto e le canzoni.

Serie: “Grazie, buonanotte: La storia di Bon Jovi” (Disney)

Ma ciò che il documentario conferma sono anche le convinzioni che mantiene ancora oggi: è cresciuto nella classe operaia del New Jersey (dove vive tuttora), in un’epoca splendente del sogno americano.

E ancora oggi rende chiara la sua dedizione all’etica del lavoro: dice che non sta facendo questo ritorno in cambio di denaro, lo sta facendo perché ha bisogno di farlo bene. “Non diventerò mai il grasso Elvis, andrò in pensione presto”, si ripete come una frase che gli alita sulla nuca.

Serie:
Serie: “Grazie, buonanotte: La storia di Bon Jovi” (Disney)

Il sogno dei tifosi

Il documentario è ampio (dura cinque ore divise in quattro puntate) ed è ricco di un archivio favoloso, che va dagli eccessi e dalla schiuma degli anni ’80, all’era degli stadi degli anni ’90, e agli aggiornamenti nei diversi decenni. che la band stava ottenendo. Il tutto mescolato con la rilettura che fanno oggi i componenti del gruppo.

Ma il documentario diretto da Gotham Chopra (produttore esecutivo dell’argentina Giselle Parets) pone l’attenzione sulla cantante, che a 60 anni è ossessionata dall’eredità.

Richie Sambora, l'ex Bon Jovi, in
Richie Sambora, l’ex Bon Jovi, in “Grazie, buonanotte: la storia di Bon Jovi” (Disney)

Ora, mentre lotta per riconquistare la sua potenza vocale, ammette di non avere la forza e la convinzione necessarie per guidare i suoi compagni di band, in uno dei passaggi più vibranti della serie.

Tra poco più di un mese sarà pubblicato per sempreil nuovo album del gruppo, e sarà tempo di vedere se quel dubbio sarà risolto.

Nel frattempo, i fan possono avere un assaggio di questo tour offerto dalla serie. Ne vale la pena.

Da vedere

Grazie, buonanotte!: La storia di Bon Jovi Ha già presentato in anteprima i suoi sei episodi su Star +.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

-

PREV Da Lanús al Cavern Club: l’incredibile vita del sosia di John Lennon, le sue amicizie inaspettate e i viaggi esotici
NEXT Billie Eilish ha pubblicato il suo nuovo album “Hit Me Hard and Soft” e ha battuto il suo record su Spotify