La ricerca guidata dall’Istituto di Biomedicina di Siviglia, in Spagna, apre nuove strade di cura per il covid-19 con una terapia capace di inibire selettivamente gli effetti dannosi di una proteina che aumenta nel sangue durante il coronavirus, preservandone le proprietà protettive.
La proteina IL-6 è stata considerata fin dall’inizio della pandemia una delle responsabili dell’esacerbazione dell’infiammazione e, quindi, uno dei principali bersagli da inibire per fermare la malattia. Tuttavia, sebbene questa proteina abbia funzioni dannose, svolge anche un ruolo nella difesa dalle infezioni.
I farmaci finora utilizzati hanno inibito globalmente l’azione di questa proteina (sia i suoi effetti dannosi che quelli protettivi), con risultati “controversi” e con un aumento del rischio di coinfezioni nei pazienti, ha spiegato il Consiglio superiore per la ricerca scientifica (CSIC). Spagna.
Il gruppo ha testato sui topi una nuova terapia che inibisce selettivamente gli effetti dannosi della proteina IL-6, preservandone le proprietà benefiche, con conseguente diminuzione dei sintomi e della mortalità negli animali infetti.
Inoltre, i topi sopravvissuti all’infezione e che non hanno ricevuto il trattamento hanno mantenuto un danno polmonare a lungo termine, che può essere correlato allo sviluppo della sindrome post-covid o del covid persistente, mentre i topi trattati hanno presentato meno danni.
I risultati del lavoro aiutano a comprendere l’origine e la progressione della malattia e aprono nuove possibilità per lo sviluppo di terapie più specifiche per il covid-19 e le sue conseguenze a lungo termine.
Questa scoperta, guidata dai membri della piattaforma tematica interdisciplinare CSIC Global Health, in collaborazione con l’Università di Kiel (Germania), apre nuove strade di trattamento per le conseguenze dell’infezione da SARS-CoV-2 a breve e lungo termine (post- sindrome covid o covid persistente). EFE
