GdS: Il tempo di Pioli è scaduto ma le colpe del tracollo del Milan vanno condivise

GdS: Il tempo di Pioli è scaduto ma le colpe del tracollo del Milan vanno condivise
GdS: Il tempo di Pioli è scaduto ma le colpe del tracollo del Milan vanno condivise

Stefano Pioli rischia di essere colui che cade di spada dopo una stagione deludente su tutti i fronti per il Milan, ma la colpa va oltre lui.

La Gazzetta dello Sport scrive che Pioli ha provato di tutto per salvare la stagione. Ha insistito sulla necessità di far crescere l’attenzione difensiva, ha preparato un nuovo assetto tattico per la gara di ritorno all’Olimpico, ha guidato il gruppo pre-partita e ha dato fiducia ai suoi dirigenti.

Invece di risollevare il Milan, resta piatto come a San Siro all’andata. Rafael Leao e Theo Hernandez erano ancora tranquilli, Olivier Giroud impalpabile, la difesa era tutta in mare e la squadra generalmente falliva sulle seconde palle.

Bisogna prendere atto che il Milan di Pioli non esiste più, non perché i giocatori giochino contro di lui o perché l’allenatore sia diventato improvvisamente del tutto incapace, ma perché ci sono cicli che devono finire.

Anche se tutti continuano a mettere Pioli sul banco degli imputati, la colpa della debacle va condivisa tra tutte le componenti. Pioli resta uno dei migliori allenatori italiani e sarà ricordato come uno dei migliori della storia del Milan.

Ha tirato fuori la squadra dalle macerie, all’11esimo posto nel 2019-20 quando è stato messo alla guida, e probabilmente la lascerà al secondo posto, dopo aver portato una vittoria inaspettata dello scudetto e la semifinale di Champions League, riempiendo San Siro di speranza per cinque anni.

I giocatori che scendono in campo sono molto più responsabili. Rafael Leao conclude l’ennesima stagione da giocatore incompiuto, a giugno compirà 25 anni. Se a San Siro si è lasciato sorprendere dalla trappola di El Shaarawy, cosa ha fatto al ritorno per uscirne?

Quante partite di Theo e Leao in questa stagione possono essere davvero definite prestazioni al top? Nella tempesta non c’erano leader al timone e qui entravano in gioco anche le responsabilità del management.

Inutile contare i gol di Noah Okafor, Ruben Loftus-Cheek e Luka Jovic per sostenere che sia stato un buon mercato estivo. Invece è stato colpevolmente incompleto: Sandro Tonali non è stato sostituito, serviva un centrocampista di spessore e personalità – come Teun Koopmeiners –.

Servivano un sostituto di Theo e una solida alternativa a Olivier Giroud. Come previsto in estate, il vuoto di Paolo Maldini si è fatto sentire. A Pioli è mancato un interlocutore tecnico e ai giocatori è mancata la presenza.

Toccherà a lui e Zlatan Ibrahimovic aiutare la ricostruzione. Dovrà farlo, innanzitutto, costruendo intorno a sé una squadra competente, scegliendo l’allenatore giusto e conducendo un mercato che dovrà rimediare ai difetti. Per quanto onnipotente com’è, Zlatan è ancora un apprendista del ruolo.

 
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