Rehman, mentre prendeva in giro velatamente l’esercito pakistano, ha affermato che forze nascoste stanno tirando le fila dietro le quinte, rendendo i funzionari eletti semplici burattini. “Ci sono poteri dietro le mura che ci controllano e prendono decisioni mentre noi siamo solo burattini”, ha affermato, mettendo in dubbio la legittimità dell’attuale parlamento e accusando i suoi membri di compromettere i loro principi e di “vendere la democrazia”.
Il leader dell’opposizione ha espresso le sue preoccupazioni sullo stato della rappresentanza in Pakistan, chiedendosi se il parlamento rispecchi davvero la volontà popolare. Ha affermato che i governi si formano nei palazzi e che i burocrati determinano chi diventa il Primo Ministro.
Rehman ha chiesto: “Per quanto tempo continueremo a scendere a compromessi? Per quanto tempo cercheremo aiuto da forze esterne per essere eletti come deputati?”
Ha criticato i presunti brogli nelle elezioni del 2018 e del 2024, condannando l’ascesa al potere di rappresentanti apparentemente falsi. Rehman ha espresso la sua insoddisfazione per l’incapacità dei legislatori di legiferare in modo indipendente e ha sollevato preoccupazioni sulla responsabilità in un paese che si trova ad affrontare sfide alla sicurezza. “Come possiamo avere la coscienza pulita quando siamo seduti in questa assemblea, dal momento che sia i perdenti che i vincitori non sono soddisfatti?”, si è chiesto.
Rehman ha accusato le attuali assemblee di essere state “svendute” e ha lamentato la presenza di individui che non aderiscono ai principi fondanti del Pakistan in posizioni di potere. Ha sottolineato il peso del debito nazionale su ogni cittadino pakistano e ha criticato la stagnazione della nazione, affermando che tali condizioni ostacolano il progresso. “Abbiamo reso il nostro Paese vittima della stagnazione, tali nazioni non possono progredire”, ha aggiunto.
Inoltre, Rehman ha chiesto che al Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI) sia consentito tenere riunioni pubbliche, sottolineando l’importanza dei diritti democratici. Ha annunciato l’intenzione di organizzare una “marcia di un milione” a Karachi e Peshawar rispettivamente il 2 e 9 maggio, mettendo in guardia le autorità da qualsiasi tentativo di ostacolare le manifestazioni. “L’ondata di persone non può essere fermata e coloro che ci provano ne subiranno le conseguenze”, ha avvertito Rehman.