La Huracán ha vinto al Ducó ed è una delle leader del campionato :: Olé

Prima volta attivo e funzionante. Al 7° minuto, il Palazzo Ducó si ferma ad applaudire, anche se la partita continua. L’omaggio, spontaneo e completo, ha avuto un chiaro destinatario: Ignacio Pussetto. Lui è, senza dubbio, la ragione principale di ciò Uragano leader e imbattuto. È il tocco distintivo, quello che fa la differenza quando serve, quello dei gol fondamentali (ne ha cinque in cinque partite, è il capocannoniere del torneo), quello che la gente gli chiede di continuare all’Huracán, anche se lo vogliono tutti, da qui e all’estero. È stato il giocatore più pericoloso della partita, quello che ha ribaltato l’ago della bilancia con quel gran gol di testa (un rovescio tremendo di Mazzanti per un Ibáñez autore di un sinistro tremendo), quello che non si è mai fatto trovare dai tre difensore centrale dell’Independiente Rivadavia.

Ma Huracán è più che Nacho. Perché per essere un leader, e un buon leader, devi avere una squadra che supporti la tua figura.. El Globo ha definito la partita nella prima mezz’ora, nella quale avrebbe potuto segnare più di un gol. Soprattutto perché ha saputo trovare con facilità la ricetta per smantellare la linea difensiva di una squadra che, fino alla partita contro l’Huracán, aveva subito un solo gol in campionato.

Innanzitutto, con l’alta pressione soffocante; poi, con rapidi passaggi dalle fasce al centro, dalle presenze dei terzini (Souto e il già citato Ibáñez) per connettersi con i tre centrocampisti che si muovevano alle spalle di Pussetto puramente in diagonale. Con Fértoli e Mazzanti come partner, la squadra di Kudelka ha tracciato vie nette verso la porta, contro una squadra di Mendoza che li ha visti passare, senza forza di reazione né istinto per generare situazioni.

Uragano –

Pusetto ha aperto il conto contro l’Independiente Rivadavia

Quando lo stesso Pussetto perde il secondo gol a metà del PT (a tu per tu con Marinelli, dopo un bellissimo passaggio di Fértoli), inizia un’altra partita. L’Independiente avanza, l’Huracán perde slancio sotto la pressione e inizia a comandare il gioco duro della squadra di Mendoza. Ed è apparso un altro Uragano, quello degli sforzi dei difensori, nella capacità di farlo Sebastián Meza, che ci ha fatto dimenticare l’ecuadoriano Galíndez, convocato per la Copa América.

Il portiere è un altro di quelli che spiegano il trionfo del Burning: sembra aver ricevuto un colpo di testa strepitoso di Palacios e un arrivo a rete di Dionisio dopo un tiro-cross di Reali. Anche con uno in più, Huracán sarebbe rimasto. Coraggioso, l’Independiente ha sommato, pressato e flirtato con la cravatta. Cosa mancava alla Lebbra? Un Pussetto. C’era la differenza. L’uragano ha il suo principe. Il suo principe azzurro.

IL RIASSUNTO DEL TRIONFO DI HURRICÁN ALL’INDEPENDIENTE RIVADAVIA

Uragano –

Vittoria dell’Huracán contro l’Independiente Rivadavia

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