L’emozione di Mario e Mariana Mactas per la première del loro film “Un tal Mario” al BAFICI

L’emozione di Mario e Mariana Mactas per la première del loro film “Un tal Mario” al BAFICI
L’emozione di Mario e Mariana Mactas per la première del loro film “Un tal Mario” al BAFICI

Mariana Mactas realizza un film con una visione molto particolare di suo padre. “Un tal Mario” farà parte dell’importante festival del cinema indipendente.

20 aprile 2024, 05:05

Mario e Mariana Mactas hanno presentato in anteprima “Un tal Mario”, il film che presenteranno in anteprima al BAFICI

Questo Sabato 20 alle 19:15 Un certo Mario LUI anteprime al Cinepolis Plaza Houssay come parte di 25a edizione del BAFICI. Il film diretto da Mariana Mactas Ripercorre la vita di suo padre, Mario Mactas; dalla sua partecipazione alla rivista Satyriconfino all’esilio a Barcellona a causa della repressione politica in Argentina negli anni ’70.

Il film si proponeva di ritrarre il ritorno del comunicatore nel paese dopo più di un decennio vissuto in Spagna. Attraverso un tour della città della sua infanzia e interviste a vari esponenti del giornalismo e della televisione, Mariana mostra la visione unica di suo padre del passato e del presente. Tra aneddoti e ricordi, il regista costruisce questo storia intima con un pizzico di malinconia.

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In dialogo con Cecilia Martí a TNpadre e figlia erano molto entusiasti dell’arrivo del film sul grande schermo al BAFICI e hanno spiegato come è avvenuta la realizzazione del documentario.

Mario e Mariana Mactas hanno presentato in anteprima “Un tal Mario”, il film che presentano in anteprima al BAFICI (Foto: Diego Spairani)

-Come è avvenuto questo incontro e come hai sentito che i ruoli erano un po’ diversi da quelli a cui sei abituato?

– Mario: È un documentario, è un film diretto da Mariana su sua iniziativa. Ero sbalordito, emozionato e felice. E lo abbiamo fatto. È un rapporto, naturalmente, molto particolare. Guardando da una certa distanza penso che il risultato sia stato felice. Sta avendo un grande impatto.

-Marianna: Hai detto che comunque non era un capolavoro, la cosa mi ha un po’ offeso (risata).

– Mario: Devi parlare con modestia. I capolavori vanno rispettati.

-Marianna: Mi è sembrata una buona idea catturare il modo divertente di Mario di vedere la vita originale in forma audiovisiva. Mi dicono sempre “Che carattere il tuo vecchio” e io ho pensato “Ho un bel carattere qui vicino”. È stato bello, è stato come giocare. Quello che dici sulla distanza è positivo perché, ovviamente, deve esistere, perché è un lavoro.

-Come lo definiresti? Un certo Mario?

– Mario: L’argomento è quello che spiega un critico di nome David Obarrio. Documenta quello che è successo quando sono tornato in Argentina dopo molti anni all’estero. Avevo la necessità di esorcizzare l’Argentina. In realtà il mio esilio è questo, non quello in Spagna, dove sono stato felice. Poiché mi sono adattato troppo, amo la Spagna. Non mi importava per il Rivista Satyricon, le loro cerniere e le loro cose e le mie piccole chiusure in luoghi nascosti mi hanno detto con la forza di andarmene. E vivo. Te lo posso assicurare. Sono rimasto 12 anni e quando sono tornato ho trovato questo. E sono rimasto perché avevo già finito il riso. Ho detto “Questo è tutto”. Ho quattro figli, mi hanno offerto un lavoro poco dopo. Dopo 11 anni l’Argentina è dimenticata, non avevo alcun legame con il Paese né mi interessava. Sembrava un Paese inventato e arrogante, pieno di eroi ed eroine, di geni, di premi Nobel, eppure la realtà mostrava le zanne in altri modi, ed è così che la penso ancora.

Mario e Mariana Mactas hanno presentato in anteprima “Un tal Mario”, il film che presentano in anteprima al BAFICI (Foto: Diego Spairani)

-Allontanandosi dall’essere figlia, cosa ammiri di più di tuo padre come professionista?

Marianna: -Mi ha sempre fatto ridere, il suo senso dell’umorismo e la capacità di guardare le cose da un punto che va oltre il banale, più originale. E’ un bene perché nel documentario c’è molta gente che ha aggiunto la sua voce, spesso criticandolo, non è che tutti gli lanciano fiori. Ulanovsky a un certo punto dice: “È piuttosto vago”. Non è un omaggio, è un’esplorazione. Volevo registrare un momento di giornalismo visto attraverso di esso, un po’, non è una cosa esaustiva.

Mario: -È un documentario su un ragazzo. Per me è stato molto difficile da digerire ritrovarmi con troppa arroganza, troppo “siamo geniali e magnifici” è stata una pessima invenzione. Qualcuno aveva raccontato a milioni di persone una storia per bambini e non era così. Tutto era rotto. Le menti erano diventate ottuse. Mi sentivo solo. Amo l’Argentina, sono molto argentino e amo moltissimo il mio paese, ma penso che ci sia molta pubblicità e cose che non mi piacciono, quindi preferisco restare con i miei veri sentimenti. Inoltre, non ho scelta.

Marianna: -Quello sguardo dell’Argentina è lì. La sfida era mettere le distanze

Mario e Mariana Mactas hanno presentato in anteprima “Un tal Mario”, il film che presentano in anteprima al BAFICI (Foto: Diego Spairani)

-Quali personaggi hanno prestato la loro voce a questo documentario?

Marianna: -Ci sono personaggi molto diversi. C’è Susana Giménez, che ama moltissimo Mario, il turco Asís, la nera Dolina, Carlos Ulanovsky, Rolando Hanglin, ovviamente, perché “Il gatto e la volpe” doveva esserci, Luis Brandoni… Non lo volevo. essere solenne o denso. C’è una sovrabbondanza di familiari e anni ’70. Non volevo che si gongolava su argomenti come l’esilio, perché se ne parla già molto e sento, da quello che mi dicono, che questo è il caso. è stata raggiunta una cosa leggera e uscirne.

Un certo Mario ha trovato il suo posto nel BAFICI…

Marianna: -Siamo molto contenti che l’abbiano selezionato, perché non è facile entrarci. La sua première avverrà questo sabato al Cinepolis Plaza Houssay e ci saranno alcuni protagonisti. Nel corso di questa 25a edizione del festival, il film viene riproposto il 27 aprile al Cine Arte Cacodelphia.

 
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