AJ Finn torna dopo ‘La donna alla finestra’ al thriller psicologico con un romanzo poliziesco che rende omaggio ai classici con un tocco moderno

AJ Finn torna dopo ‘La donna alla finestra’ al thriller psicologico con un romanzo poliziesco che rende omaggio ai classici con un tocco moderno
AJ Finn torna dopo ‘La donna alla finestra’ al thriller psicologico con un romanzo poliziesco che rende omaggio ai classici con un tocco moderno

AJ Finn e il suo nuovo romanzo, “La fine della storia”. (Grijalbo)

Daniele Malorymeglio noto come AJ Finn, raggiunto un successo stratosferico con il suo primo romanzo, La donna alla finestrache divenne a Best seller Subito. Presto lo sarà adattato al cinemacon Amy Adams come protagonista, in un film diretto da Joe Wright con tinte molto Hitchcockiano.

Ora, l’autore torna alla cronaca letteraria con La fine della storia (Grijalbo), molto più romanzo ambizioso rispetto al precedente, con più caratteriulteriore trame e altro ancora misteri attorno ad una famiglia la cui patriarca è un scrittore di libri gialli che, in punto di morte, assume una giovane donna per fare una specie di autobiografia in cui, inevitabilmente, dovrà comparire uno dei momenti più controversi della sua vita: il scomparsasenza lasciare traccia, di sua moglie e tuo figlio.

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“Penso che questo sia un libro molto migliore, più forte e più solido di La donna alla finestrama sono consapevole che quello che è successo con quel romanzo non si ripeterà, tutto questo cumulo di fortuna che ci sono stati dati per renderlo un successo”, racconta AJ Finn Infobae Spagna bevendo una cioccolata calda al mattino presto. “In questo aspetto, mi sono sentito molto più libero poter scrivere quello che volevo senza dover pensare alle ripercussioni. Quindi potremmo dire che mi sono tuffato in piscina”.

La fine della storiapur essendo più complesso a livello narrativo, con cui condivide molti aspetti La donna alla finestratra cui il assistenza psicologica con cui ciascuno dei caratteri. “È stata una sfida creare una trama più intricata più giri e più angoli e fessure. E soprattutto raggiungerlo culmine finale che credo non vi lascerà indifferenti.”

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Se nel suo romanzo precedente il problemi mentaliIL depressione e il dipendenza alle pillole o all’alcol, in questa occasione c’è un tema che sta alla base di tutto, quello del identità. “Alla fine ha a che fare con questioni umane universali. Chi sono? Chi siamo? E con le interazioni con le persone che ci circondano. Pertanto, volevo introdurre quell’idea di cosa sappiamo veramente di noi stessi e degli altri?

“La fine della storia”, di AJ Finn (Grijalbo)

Un’altra caratteristica di La fine della storia ha a che fare con il tuo carattere metaletterariovisto che la figura di maggior mistero è quella di uno scrittore di romanzi di intrigo. Inoltre, lungo le pagine, ne troviamo numerosi Riferimenti al l’età d’oro del genere, di Christie Agata A Arthur Conan Doylepassando per Giorgio Simeone. “È stato un duro lavoro introdurre tutte queste pillole, quasi sette anni”, continua l’autore. “Volevo che fosse un omaggio ai classici del romanzo giallo dall’inizio del 20° secolo, ma con a tocco moderno”.

Ammette che si sente un po’ “placcato vecchio stile”, che legge poco la letteratura contemporanea e preferisce autori già morti. “Dato che vengo dal mondo dell’editoria, non c’erano problemi con quelli”, scherza. C’è anche Riferimenti nel romanzo ai classici del cinema come Il crepuscolo degli dei. Ma se Daniel dovesse scegliere un film che potesse influenzarlo direttamente, lo sarebbe Quelli diabolicifilm cult del 1955 diretto da HG Clouzot e interpretato Simone Signoret. “In esso troviamo due coppie di donne che si uniscono e si alleano. Inoltre, ogni scena è importante per la trama, ed è qualcosa a cui aspiravo anche nel romanzo. Penso che proverò anche a realizzare il mio lavori Sii molto immaginiche è qualcosa che era legato al cinema.

 
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