Queste elezioni, in cui paesi come Estonia e Lituania hanno già offerto il voto anticipato, permetteranno ad Amsterdam di aspirare a 31 seggi, cinque in più rispetto alle elezioni del 2019, come conseguenza dell’uscita del Regno Unito dal meccanismo comunitario.
Il processo servirà, secondo gli esperti, a riconfermare il potere della neonata coalizione di estrema destra, guidata da Dick Schoof come primo ministro, dopo la vittoria del Partito della Libertà (PVV) alle elezioni dello scorso novembre.
Nel frattempo, secondo gli ultimi sondaggi, il partito di Geert Wilders potrebbe accumulare nove seggi, davanti agli otto dei socialdemocratici (PvdA) e dei verdi di GroenLinks, seguito dal Partito popolare per la libertà e la democrazia (VVD).
L’elenco continua con altri partiti come il Nuovo Contratto Sociale (NSC), di recente fondazione, di Pieter Omtzigt, che insieme al partner della coalizione Movimento Cittadino Contadino (BBB) fornirebbe solo due seggi al Parlamento Europeo.
I sondaggi indicano che circa il 15% della popolazione olandese è a favore del cosiddetto Nexit, anche se tre quarti degli intervistati preferiscono restare all’interno dell’Unione Europea (UE) e mantenere l’euro come valuta.
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