Il presidente cubano ripudia il tentativo di colpo di stato in Bolivia (+ post) – Escambray

Il presidente cubano ripudia il tentativo di colpo di stato in Bolivia (+ post) – Escambray
Il presidente cubano ripudia il tentativo di colpo di stato in Bolivia (+ post) – Escambray

L’attacco alla democrazia e al popolo boliviano mostrato nelle immagini dei media internazionali è scandaloso, ha affermato Miguel Díaz-Canel.

I militari hanno chiuso Plaza Murillo, epicentro politico di La Paz.

Il presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel, ha ripudiato questo mercoledì il tentativo di colpo di stato in corso in Bolivia ed ha espresso tutta la solidarietà del Governo e del popolo cubano alla fraterna nazione sudamericana.

Nel suo resoconto X, il presidente ha denunciato i segnali di una possibile azione militare contro la Costituzione dello Stato Plurinazionale della Bolivia, che avrebbe gravi conseguenze.

Nel suo messaggio ha respinto i tentativi di sovvertire la volontà popolare ed ha espresso il suo sostegno al presidente boliviano Luis Arce.

“L’attacco alla democrazia e al popolo boliviano mostrato dalle immagini dei media internazionali questo pomeriggio in Bolivia è scandaloso”, ha dichiarato il Presidente di Cuba.

Da parte sua, il Ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodríguez, ha denunciato che le mobilitazioni irregolari di alcune unità dell’Esercito boliviano sono molto preoccupanti e ha sottolineato che l’America Latina e i Caraibi sono una zona di pace.

Il presidente della Bolivia lancia un appello per contrastare il colpo di stato

Il presidente della Bolivia, Luis Arce, ha chiamato questo mercoledì dalla Casa Grande del Pueblo (sede del governo) per resistere al tentativo di colpo di stato guidato dal generale Juan José Zúñiga, capo dell’esercito.

Sereno e circondato da tutto il suo gabinetto, il presidente ha invitato all’unità per evitare che il tentativo di colpo di stato diventi realtà, in un messaggio trasmesso dal canale statale Bolivia TV.

“Chiediamo a tutti di difendere la democrazia, e qui siamo fermi dalla Grande Casa”, ha detto.

Pochi minuti dopo questo messaggio, Zúñiga ha annunciato alla stampa che l’esercito libererà Jeanine Áñez, Luis Fernando Camacho e altri golpisti del 2019, che ha definito “prigionieri politici”.

Allo stesso modo, con l’uso di una parola profana, riferendosi ai testicoli, ha affermato che l’Esercito li possiede per recuperare quella che ha chiamato democrazia, a scapito dell’ordine costituzionale che esiste nel paese andino-amazzonico da 42 anni.

Questo intervento ha come precedente recente le accuse contro i piani di colpo di stato da parte dell’ambasciata degli Stati Uniti in Bolivia e del capo del Comando Sud, Laura Richardson, che riferendosi ripetutamente al litio, all’acqua e all’Amazzonia ha usato il termine “noi abbiamo”.

 
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