‘Piccolo oratore’: un tuffo nella “prima infanzia” con Andrés Neuman

‘Piccolo oratore’: un tuffo nella “prima infanzia” con Andrés Neuman
‘Piccolo oratore’: un tuffo nella “prima infanzia” con Andrés Neuman

“Essere genitori è molto simile a un benvenuto e a un addio che avvengono allo stesso tempo. Molte volte si vivono esperienze che saranno l’ultima volta che il bambino le vivrà e che provocano qualcosa di molto emotivo nel bambino, per l’urgenza di accompagnarlo e di non deluderlo in quel momento”, spiega, che non solo non fallisce ma registra anche ogni piccolo movimento. Nei testi Neuman parla senza esitazione dei trucchi di suo figlio, di come dorme, cammina e di come contempla il mondo che lo circonda. Lo fa in un modo molto crudo, ma tenero, nel modo in cui raramente sono state rappresentate epoche così precoci della vita di qualcuno: “Lavoro con una memoria inaccessibile e con la mia, per me è come accendere una torcia elettrica”. in fasi in cui nessuno si ferma a documentare”, aggiunge chi si ritrova in una fase “con meno tempo e meno energie che mai” ma con la passione per la scrittura, “la scrittura richiede spazi e tempi lunghi ed è importante sapersi prendere quel momento e dargli la priorità.

Con tutto questo Neuman dà luce anche a un libro al quale ha dedicato molto tempo, affetto e osservazione. Un libro con cui crea anche un proprio linguaggio e in cui fa l’esercizio di sapersi concentrare abbastanza da strutturarlo all’interno di questo genere in cui “il padre parla di suo figlio”: “Per me è un genere di passeggiate la casa o la letteratura orale. Penso che sia un genere molto presente in ogni famiglia con quello che abbiamo o trasmettiamo, a quelle età la nostra infanzia appartiene alle storie degli altri, anche questo è qualcosa di estremamente letterario.”

Riflette anche sulla scrittura stessa attraverso questo racconto: “Non c’è niente di più letterario che non distinguere la realtà dalla finzione, o non distinguere i propri ricordi dalle storie di altre persone. La prima infanzia è immensamente letteraria perché appartiene alle storie di altre persone, e questo libro si inserisce in questo quadro.” Con tutto questo Neuman definisce piccolo chiacchierone come una “lettera d’amore segreta” che gli permette di riflettere – e registrare – l’inizio di una vita che ha appena mosso i primi passi tra le lettere.

 
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