Motivo della celebrazione – Proclamazione di Cauca

Chi legge molto e cammina molto, vede molto e sa molto.
Miguel de Cervantes

Nei recessi del tempo, tra le ombre del passato e le promesse del futuro, si erge un monumento immortale: la lingua spagnola. Ad aprile, quando l’aria si riempie della dolcezza delle parole e della forza dell’espressione, ci ritroviamo immersi nella celebrazione della Giornata della Lingua Spagnola. Non è una semplice commemorazione, ma un atto di riverenza verso il linguaggio che ci unisce, che ci affascina, che ci interpella. È in questo crocevia di percorsi linguistici che si leva la voce della nostra identità, risuonando nei cuori di milioni di persone, dalle Ande alle rive del Mediterraneo.

Miguel de Cervantes, il padre del romanzo moderno e il genio dietro “L’ingegnoso gentiluomo Don Chisciotte della Mancia”, avrebbe senza dubbio compreso la complessità e la ricchezza della lingua spagnola. Nel suo capolavoro, dove ogni pagina è un mondo di avventure e riflessioni, possiamo intravedere il potere trasformativo del linguaggio, la sua capacità di modellare la realtà e sfidare le convenzioni.

Lo spagnolo, con le sue profonde radici nella storia e la sua costante evoluzione, è più di un mezzo di comunicazione; È un riflesso della diversità culturale che definisce quelli di noi che lo parlano. Dalle imprese di Don Chisciotte ai versi focosi e profetici di Matilde Espinosa de Pérez, lo spagnolo è stato veicolo di espressione per innumerevoli voci, ognuna unica nella sua cadenza, nel suo tono, nel suo modo di guardare il mondo.

Ma non possiamo ignorare le ombre che infestano la nostra preziosa lingua. In un mondo sempre più globalizzato, dove le lingue lottano per mantenere la loro rilevanza in un mare di informazioni digitali, lo spagnolo deve affrontare sfide significative. L’influenza dell’inglese, onnipresente nella tecnologia e negli affari, minaccia di erodere la nostra identità linguistica, diluendo la ricchezza delle nostre parole in un mare di anglicismi.

Ma, come i personaggi del Don Chisciotte che sfidano i mulini a vento, anche noi dobbiamo resistere. Dobbiamo celebrare la bellezza intrinseca della nostra lingua, esplorarne le sfumature, abbracciarne la diversità. Nelle aule scolastiche, nei forum letterari, negli angoli più remoti di Internet, dobbiamo difendere e promuovere lo spagnolo come un tesoro culturale che merita di essere preservato e arricchito.

La Giornata della Lingua Spagnola non è solo un’occasione per riflettere sulla nostra lingua, ma anche per rinnovare il nostro impegno nei suoi confronti. È un invito all’azione, a coltivare l’amore per le parole, a incoraggiare lo scambio culturale, a esplorare nuove forme di espressione. Si tratta, in sostanza, di un omaggio all’eredità che abbiamo ricevuto e alla responsabilità che abbiamo nei confronti delle generazioni future.

Nelle parole di Gabriel García Márquez, un altro gigante delle lettere la cui penna ha illuminato gli angoli più oscuri dell’umanità, “La lingua spagnola sarà la lingua della libertà perché non è la lingua di un impero”. In questa dichiarazione risiede l’essenza stessa del nostro impegno nei confronti dello spagnolo: nella sua capacità di trascendere le barriere del tempo e dello spazio, per unire le persone in un dialogo perpetuo di idee ed emozioni.

Quindi, in questo giorno, mentre celebriamo la bellezza e la grandezza della lingua spagnola, ricordiamoci che siamo custodi di un’antica tradizione, custodi di un’eredità che oltrepassa i confini e abbraccia il mondo intero. Possano le nostre parole essere un omaggio a chi ci ha preceduto, a chi ci ha ispirato, a chi ha sognato in spagnolo. E che, come Cervantes davanti alla sua penna, affrontiamo il futuro con coraggio e determinazione, sapendo che il destino della nostra lingua e della nostra cultura è nelle nostre mani.

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