violenze e femminicidi nel Río Negro – ADN

violenze e femminicidi nel Río Negro – ADN
violenze e femminicidi nel Río Negro – ADN

(ADN).- Nel Río Negro, nel corso dell’anno 2023, sono state registrate quattro morti violente di donne; e sono stati archiviati 11.663 casi di violenza familiare e di genere, che costituiscono il 59,33% del totale dei casi pendenti nella giurisdizione. I dati provengono da un rapporto della Magistratura che indica che “la violenza di genere si manifesta in vari modi, con il femminicidio che è l’ultimo anello di una vasta catena di discriminazioni e violenze, che violano sistematicamente il pieno godimento dei diritti umani”. “.

Il documento è stato pubblicato oggi nel quadro della campagna “Non uno di meno” che si svolge ogni 3 giugno dal 2015, con l’obiettivo di rendere visibile, sensibilizzare e prevenire la violenza contro le donne, le diversità e la dissidenza.

Secondo il rapporto del Registro Nazionale dei Femminicidi della Giustizia argentina, nel nostro Paese si è registrato un aumento annuo del 10,6% del numero delle vittime dirette del femminicidio. Si stima che nel corso dell’anno 2023 siano state 250 le vittime dirette di femminicidio, mentre nel 2022 si sono registrati 226 casi.

In media nel Paese, nel 2023, si è verificata una vittima diretta di femminicidio ogni 35 ore e una vittima di violenza di genere letale ogni 32 ore (comprese anche le vittime di femminicidio collegato).

STJ

La Corte Superiore di Giustizia, attraverso l’Ufficio per i Diritti Umani e di Genere, ha sottolineato l’importanza di sensibilizzare sul diritto a una vita libera dalla violenza e sottolinea l’importanza di un approccio interistituzionale, intersezionale e interdisciplinare a questo problema che richiede urgente soluzioni collettive e collettive, per garantire i diritti di tutte le persone in condizioni di uguaglianza.

Per questo, in questa occasione, invita a riflettere sulla violenza digitale come forma di violenza di genere (Legge nazionale n. 26.485, art. 6, comma i), e ne sollecita l’approccio non come fenomeno isolato o eccezionale, ma piuttosto come come un’altra manifestazione di relazioni di potere ineguali tra i sessi, che si proiettano negli ambienti digitali.

Al fine di incorporare una prospettiva di genere nella sfera istituzionale, il 99% delle persone che lavorano nella magistratura sono state sensibilizzate, attraverso l’attuazione della formazione obbligatoria da parte di Acordada 01/19 STJ. In questo modo attuò la cosiddetta Legge Micaela. L’STJ ha inoltre stabilito l’obbligo di incorporare una prospettiva di genere in termini di diritti umani in tutti i programmi di valutazione per i concorsi per posizioni, ingressi e promozioni, mediante l’Accordo 20/22.

Nella stessa linea, si evidenziano i compiti svolti dall’Osservatorio sulle sentenze in prospettiva di genere, e si evidenzia la realizzazione del Supplemento interattivo delle decisioni giudiziarie in prospettiva di genere della Magistratura come strumento di consultazione permanente per gli operatori della giustizia. e servizio alla comunità, disponibile sul sito istituzionale.

Queste azioni hanno un impatto positivo sul servizio di giustizia e riaffermano l’impegno istituzionale per la prevenzione e l’eradicazione della violenza di genere.

 
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