I rettori hanno sostenuto la rivendicazione dell’insegnamento e hanno chiesto alla Nazione misure “urgenti” per aumentare gli stipendi

Il Consiglio nazionale interuniversitario (CIN) ha espresso “forte preoccupazione per l’impossibilità di trovare accordi a livello paritetico nazionale che consentano la necessaria e urgente ricomposizione delle retribuzioni del personale docente e non docente delle università”.

Il Comitato Esecutivo del CIN ha tenuto una riunione per monitorare lo stato delle università pubbliche argentine. In un comunicato ha dichiarato di mantenere “lo stato di allerta riguardo alla situazione salariale che attraversano i lavoratori docenti e non docenti del sistema universitario”.

In questo senso hanno espresso “totale sostegno” alla “giusta rivendicazione” e hanno chiesto “la volontà e la decisione del governo nazionale di investire i fondi per invertire la perdita di potere d’acquisto dei salari nel quadro della riforma”. processo inflazionistico”.

“Non esiste un’istruzione eccellente senza salari dignitosi, quindi è essenziale una risposta urgente che non danneggi l’enorme sforzo che le nostre comunità hanno compiuto durante questo primo semestre per garantire condizioni che consentano il normale funzionamento delle nostre università”, hanno indicato i rettori a sostegno della domanda sostenuta dai lavoratori universitari.

Nessuna risposta da Pettovello

Riuniti nel Fronte sindacale universitario, docenti e non docenti di oltre 60 università nazionali del paese hanno adottato nuove misure di forza martedì e mercoledì scorsi per la ristrutturazione salariale.

Nel caso dei docenti dell’Università Nazionale del Litorale, si è aggiunto un conflitto locale dovuto al rifiuto dell’eliminazione del supplemento salariale per la “zona rurale” per il personale che svolge i propri compiti presso la Scuola di Agricoltura, Zootecnia e Fattoria di Esperanza.

Dopo la massiccia marcia del 23 aprile, hanno cominciato ad arrivare i fondi per le università, ma la parità salariale nel settore resta irrisolta. Credito: Manuel Fabatia / Archivio.

A quasi due mesi dalla massiccia marcia per reclamare il bilancio universitario, i sindacati sottolineano di non aver avuto risposte da parte del Ministero dell’Istruzione, che dipende dal Ministero del Capitale Umano, di fronte ad una perdita di potere d’acquisto che, secondo loro, supera 40%.

In questa linea il Fronte sindacale delle università nazionali ha espresso in un comunicato che “il ministro Pettovello ha mentito” sottolineando che “nell’ultima riunione congiunta aveva promesso di smaltire i fondi nell’Economia e non ha ottemperato”.

Per rendere visibile la rivendicazione, si organizzano scioperi universitari con varie modalità, con lezioni aperte, volantini, manifestazioni e perfino una fiaccolata in difesa della pubblica istruzione. Credito: Manuel Fabatia / Archivio.

“Il governo aveva avanzato la richiesta di una riunione congiunta in cui avrebbe presentato una proposta di recupero salariale prevista per giovedì 6 giugno, che non è mai stata convocata”, hanno aggiunto dal Fronte dei sindacati.

Dopo il doppio attacco di questa settimana, hanno avvertito che il livello di adesione è “molto elevato”, motivo per cui ritengono che fornisca “una base forte per approfondire il piano di lotta”.

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In questo modo si prevede che nei prossimi giorni, se non verrà finalizzato un nuovo bando congiunto, verranno annunciate nuove misure di forza nelle università nazionali.

“L’approfondimento del piano di lotta comune è una conseguenza diretta della mancata risposta alle legittime rivendicazioni dei lavoratori, docenti e non docenti, in tutto il paese. Non possiamo aspettare oltre. Non esiste università pubblica di qualità senza salari dignitosi,” hanno sottolineato. notato.

Avanzamento del bilancio

I rettori, invece, hanno sottolineato che il Governo ha confermato lo stanziamento del risanamento inflazionistico del 270% per le spese di funzionamento, che sarà percepito da giugno a dicembre 2024, “in conformità all’accordo raggiunto dal CIN con le autorità nazionali intervenute al pretesa sostenuta al riguardo”.

Contestualmente, le autorità del CIN hanno riferito di aver avviato le riunioni tecniche per la predisposizione del Bilancio di Ateneo 2025 e che inizieranno, nei mesi di giugno e luglio di quest’anno, a saldare il debito 2023 delle risoluzioni pendenti.

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D’altra parte, hanno sottolineato che il pagamento delle borse di studio è stato effettuato dal Ministero dell’Istruzione, richiesta sostenuta dalla Federazione Universitaria Argentina (FUA) “che sia accompagnata da questo Consiglio per l’importanza che questi programmi hanno nel garantire “Migliaia di studenti continuano la loro carriera nonostante il contesto economico che sta attraversando il Paese”.

A loro volta, hanno indicato che “sono iniziati gli sforzi per l’assegnazione dei programmi 2025, in virtù dei quali il CIN ha già inviato la raccomandazione di distribuzione per i programmi di rafforzamento scientifico e tecnologico, estensione, dottorati e Piano di virtualizzazione dell’istruzione superiore ( Piano VES) e il Programma di Sostegno alle Nuove Università (PROUN), tra gli altri; e le politiche di riforma accademica inquadrate nei 7 punti che il CIN ha sostenuto in Consiglio d’Università lo scorso anno hanno cominciato a essere discusse con il Sottosegretario alle Politiche Universitarie”.

Infine, hanno affermato di auspicare di conoscere “i nuovi organi ed il conseguente organigramma della Segreteria per la Scienza e la Tecnologia per poter avviare procedure urgenti che diano prevedibilità e risposte alle esigenze del sistema scientifico e tecnologico nazionale di cui le università fanno parte, in materia di scienza, tecnologia, innovazione e sviluppo, del Consiglio Nazionale della Ricerca Scientifica e Tecnica (CONICET) e di altri organismi del sistema scientifico e tecnologico del nostro Paese”.

 
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