Mercoledì 16 giugno 1965, l’allora capo di quell’organizzazione, dottor Néstor Corte, e i membri del Consiglio consultivo onorario del Museo Municipale di Arti Visive, di cui facevano parte i signori dottor Isaac Aizenberg, direttore del Rosa Galisteo Museo Provinciale di Belle Arti de Rodríguez; Ricardo Supisiche, rappresentante della plastica e César Borda, direttore dell’Istituto Municipale.
Il Museo. Foto: Archivio
Nell’occasione, i funzionari esaminarono diverse proposte per coprire l’attività del museo durante la stagione 1965, tra cui l’organizzazione del Primo Salone annuale delle Arti Applicate, sotto gli auspici del Fondo Nazionale per le Arti e il primo del suo genere con tappezzerie, gioielli , cartellonistica e altre arti applicate.
Un’altra importante mostra della stagione, organizzata in quell’incontro, è stata la Sala dei Mestieri Aborigeni del Chaco, con bicchieri, brocche e vasi di ceramica rossa, senza smalto (terracotta), realizzati dagli artigiani aborigeni Toba, secondo i sistemi tradizionali. .di elaborazione e preservazione dell’individualità e dell’assoluta libertà di creazione.
Opera di Mena. Foto: Archivio
Da parte sua, l’Istituto di Cinematografia dell’Università Nazionale del Litorale ha realizzato nei locali del museo un’esposizione didattica con proiezioni di film. E si è tenuta una mostra di dipinti triestini, sotto gli auspici del Museo d’Arte Moderna di Buenos Aires. “Questa mostra, presentata per la prima volta in Sudamerica, raccoglie le opere di quattro pittori triestini, esponenti di spicco della nuova generazione di artisti europei, arrivati nel nostro Paese sotto gli auspici del Círculo Triestino, l’Istituto di Cultura Italiana e la Federazione Generale delle Società Italiane dell’Argentina”, ha affermato El Litoral.
Opera di José Guadalupe Posada. Foto: Museo Nazionale dell’Incisione
Allo stesso modo, in occasione dell’incontro, è stata organizzata una mostra in omaggio a Juan de Dios Mena e un’altra dedicata alle incisioni di José Guadalupe Posada, curata personalmente dal dottor Isaac Aizenberg “durante il suo recente soggiorno in Messico”.