Coto ha assicurato che “non ci sono i presupposti” oggi per riformare la Costituzione della Terra del Fuoco

Coto ha assicurato che “non ci sono i presupposti” oggi per riformare la Costituzione della Terra del Fuoco
Coto ha assicurato che “non ci sono i presupposti” oggi per riformare la Costituzione della Terra del Fuoco

Il legislatore provinciale Agostino Coto (Repubblicani della TDF) hanno messo in dubbio il progetto promosso dal governatore della Terra del Fuoco Gustavo Melella per riformare la Costituzione della provincia, ritenendo che “non ha basi” per realizzarlo.

Quando approvarono questa legge nella precedente Legislatura, il progetto che presentarono sui tavoli della Riforma Costituzionale non aveva nemmeno fondamenta. È obbligatorio presentare i progetti con fondazioni, nella tecnica legislativa più elementare. Se vuoi presentare una legge su qualcosa devi dire perché. E non lo hanno fatto nemmeno così», ha constatato nel dialogo con Radio Provincia.

In relazione ad uno degli argomenti che Melella ha sollevato per riformare la Costituzione, che consiste nel riflettere il progresso tecnologico, Coto ha ironizzato direttamente dicendo che si tratta di “sarasa e firulete” e ha accusato il leader provinciale di “volere cambiare l’asse secondo cui non c’è energia a Ushuaia”.

“Se dobbiamo riformare la Costituzione perché ora puoi scaricare Gemini se hai Google, o Siri se hai un iPhone, non regge all’analisi. Non posso approfondire l’analisi secondo cui ora dobbiamo riformare la Costituzione perché esiste l’intelligenza artificiale“, Tiro.

Riguardo alla critica che ha mosso il Governatore affermando che “non occorre essere né tiepidi né cretini” per realizzare questa riforma, Coto ha risposto: “Le dichiarazioni che ha fatto sono un po’ strane. Non litiga con nessuno per nulla. Ma lascialo dichiarare quello che vuole. Mi sembra che bisogna curare minimamente le forme.

“All’epoca si discuteva nell’attuale legislatura per vedere se si potesse o meno fermare la riforma e abrogare la legge che prevedeva la riforma. Non avevamo il numero di voti necessario e l’operazione non ha avuto successo. Ma da lì a qui ha quei 210 giorni stabiliti dalla Legge e il tempo gli sta scadendo. Per quanto ne so, sono sorpreso dalla veemenza con cui sono intervenuti ora che non è chiara alcuna ragione per cui si dovrebbe attuare una riforma.”ha concluso.


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