JOSÉ LUIS PÉREZ PASTORE ASSOLUTO DI CULTURA, TURISMO, SPORT E GIOVENTÙ DEL GOVERNO DELLA RIOJA: Vogliamo vedere le Glosse dove sono state scritte

Ogni posto ha le sue cose speciali. Come potrebbe non averli La Rioja, questa terra ricca di virtù e possibilità fin dalla notte dei tempi, una terra attraversata dalla storia dove si può leggere il grande libro della vita? dai dinosauri fino all’istante in cui scrivo queste righe e all’istante in cui tu, caro lettore, le stai scandendo con il tuo sguardo.

La Rioja ha angoli magnifici da Aguilar a Canales e da Alfaro a Foncea. Uno di questi – inoltre – è unico al mondo, perché nessun’altra parte del Pianeta è così legata alla nascita scritta di una lingua come San Millán de la Cogolla lo è alle origini della nostra grande lingua. Nel monastero di San Millán de Suso, tre secoli prima che Gonzalo de Berceo – inoltre – inaugurasse l’elenco degli autori celebri della letteratura spagnola, un monaco senza nome fece una lunga serie di annotazioni sulla pergamena da cui furono ricavati i codici. voli per chiarire i termini latini. A differenza di altri campioni quantitativi delle origini spagnole, questi erano molto numerosi: più di mille. E, in termini qualitativi, ce n’è uno che svetta su tutti gli altri. A pagina 72r del Codice 60 quel monaco cominciò a tradurre una preghiera, un testo sacro – che diede subito lustro alla lingua volgare in cui lo raccoglieva – e, verso la metà, decise di aggiungere una desinenza tutta sua. creazione. Si trattava già di un testo completo, con tutti i livelli grammaticali sviluppati, e trattava un argomento alto, che già dimostrava la maturità di una lingua che oggi abbraccia il mondo intero.

I Glosa dormirono per lunghi secoli tra le mura di San Millán, prima nel monastero sovrastante, a Suso; poi nel monastero sottostante, a Yuso. Ma le vicissitudini della storia hanno fatto sì che questo non fosse il luogo dove avrebbero visto arrivare il XX secolo. Recenti ricerche del professor Javier García Turza hanno rivelato che la cura dei monaci, consapevoli del valore di questo e di altri codici, aveva preservato questi materiali da varie vicissitudini, e anche dalle successive confische avvenute nella Spagna del XIX secolo, ma non bastò a conservare il testamento di Pascual de Gayangos nel 1851. Questo studioso, nonostante le osservazioni del monaco che li custodiva, decise di portare via da San Millán una collezione di più di 60 volumi, mettendoli in un sacco – disse da solo Gayangos – e inviarli alla Royal Academy of History, dove si trovano oggi.

«È bene conoscere il patrimonio per poter comprendere meglio il nostro passato, per poterlo apprezzare e per poterlo amare e tutelare»

Quell’insieme di codici – in cui è stato ritrovato il Codice 60 – fa parte del patrimonio del popolo della Rioja e di tutti gli spagnoli. L’eredità non è né più né meno di ciò che i nostri genitori ci hanno lasciato. Ed è bello conoscerlo, poter conoscere meglio il nostro passato, poterlo apprezzare e poterlo amare e proteggere. Per questo ci sono musei, archivi e biblioteche.

L’Occidente non può essere compreso senza le collezioni che queste istituzioni alimentano. Consapevoli del loro ruolo, fanno tutto il possibile per restaurare e diffondere i loro beni, soprattutto oggi, che tutti i musei fanno grandi sforzi per garantire che le loro opere possano essere viste in altre parti del globo. La Signora di Elche lasciò il Museo Archeologico Nazionale per essere esposta nella città che le dà il nome. Il Museo del Prado vanta una lunga tradizione di prestito di opere, come abbiamo potuto constatare recentemente al Museo Vivanco di Briones grazie al programma “L’arte che connette”. I guerrieri di Xi’an hanno potuto visitare il Guggenheim di Bilbao. I Musei Vaticani fanno volare il torso del belvedere a Londra… Anche alcuni marmi del Partenone sono andati a San Pietroburgo per abitare temporaneamente le sale del museo Ermitage.

La Rioja ha davanti a sé l’opportunità di ospitare i Glosas nel quadro di una mostra di alto profilo che rafforza i legami di San Millán con la storia della nostra lingua e cultura scritta. Per fare questo basta seguire questa scia di esempi illustri che abbiamo appena citato.

Lucidare la brillantezza. Spero che i poteri pubblici lì – quelli che custodiscono le Glosse – rispondano alla giusta richiesta di quelli qui – di noi che le richiedono – affinché possiamo rendere un tale servizio ai cittadini, affinché possano avere questo Codice eccezionale davanti a loro e così possiamo Tutti, con gioia, godono di una nuova tappa culturale con la quale possiamo riscoprire le origini scritte della nostra lingua e, finalmente, possiamo lasciare una nota indelebile nella nostra memoria.

#Argentina

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

-

PREV MS Dhoni giocherà in una partita do-or-die contro l’RCB? I Chennai Super Kings anticipano una sorpresa unica con un video di allenamento
NEXT Gli operatori aeroportuali indiani assisteranno a una crescita dei ricavi del 15-17% nell’anno fiscale 2025: ICRA