Mandano la nuova mappa alla Legislatura

Mandano la nuova mappa alla Legislatura
Mandano la nuova mappa alla Legislatura

La nuova mappa di pianificazione territoriale delle foreste native (OTBN) di Salta è già stata preparata presso la Segreteria per l’Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile della Provincia, secondo quanto rilevato La Tribuna da diverse fonti ufficiali. In questi giorni sarà ammesso al Senato provinciale per iniziare il suo percorso di approvazione in Legislatura. Si completerebbe così l’ultimo passo per rispettare una parte di quanto stabilito dalla legge nazionale sui bilanci minimi per la protezione ambientale delle foreste autoctone (o semplicemente legge forestale), in vigore a Salta dal 2009, il cui OTBN non è mai stato sottoposto a revisione anche se questo doveva essere fatto ogni cinque anni. Il mancato rispetto ha portato alla paralisi virtuale di qualsiasi progetto produttivo compreso in alcune aree protette da questa legge, con tutto ciò che ciò significa per una delle province più povere del Paese.

La nuova mappa di pianificazione territoriale delle foreste native (OTBN) di Salta è già stata preparata presso la Segreteria per l’Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile della Provincia, secondo quanto rilevato La Tribuna da diverse fonti ufficiali. In questi giorni sarà ammesso al Senato provinciale per iniziare il suo percorso di approvazione in Legislatura. Si completerebbe così l’ultimo passo per rispettare una parte di quanto stabilito dalla legge nazionale sui bilanci minimi per la protezione ambientale delle foreste native (o semplicemente legge forestale), in vigore a Salta dal 2009, il cui OTBN non è mai stato sottoposto a revisione anche se questo doveva essere fatto ogni cinque anni. Il mancato rispetto ha portato alla paralisi virtuale di qualsiasi progetto produttivo compreso in alcune aree protette da questa legge, con tutto ciò che ciò significa per una delle province più povere del Paese.

“Stiamo completando alcuni aggiustamenti giuridici che riguardano il testo specifico del disegno di legge e lo sottoporremo nei prossimi giorni all’esame del popolo di Salta, dei deputati e dei senatori”, ha confermato ieri il ministro di Produzione e Sviluppo Sostenibile della Provincia, Martín de los Ríos.

“Produrre conservando”

“Siamo convinti che la nuova pianificazione territoriale ci consentirà di produrre conservando, ma di produrre molto di più, laddove la scienza e le nuove tecnologie dimostrino che si può generare allevamento sotto bosco, che si può intervenire su un bosco senza che questo significhi disboscamento o impatto ambientale negativo”, ha aggiunto il funzionario in un’intervista Radio Salta.

La verità è che arrivare ad una nuova mappa locale della legge forestale è stata una vera impresa per il Governo, a causa dei diversi interessi, apparentemente contrastanti, che la pianificazione territoriale può colpire, sia nel settore conservazionista (ambientale) che produttivo, sia nei confronti dei residenti delle aree protette le zone. L’opinione prevalente tra le autorità è stata quella di cercare di raggiungere un equilibrio ed evitare la falsa dicotomia tra produzione e conservazione dell’ambiente.

Questo compito durò tre anni e non lasciò tutti soddisfatti. Le organizzazioni imprenditoriali agrarie hanno sollevato obiezioni così come hanno fatto gli ambientalisti, anche se sono state consultate e le loro opinioni erano vincolanti.

Le categorie della mappa

Secondo quanto ha potuto appurare questo quotidiano, nella nuova mappa che dipinge la provincia con colori diversi (in quella attuale sono tre: rosso, giallo e verde) sono state stabilite nuove categorie. La categoria rossa, che vieta qualsiasi intervento, copre 1.308.243 ettari di foreste. Quello giallo, dove può essere prodotto, ma senza dissodamento, comprende 3.321.789 ettari. La categoria 3, che sarebbe verde, è smantellabile e producibile e comprende 2.770.829 ettari.

C’è una nuova categoria, quella marrone, che ammonta a 2.928.531 ettari, che sono aree di “protezione-conservazione” dove il disboscamento “sarebbe regolato in base alle potenzialità di trasformazione dei bacini idrici”, spiega una fonte tecnica dell’Ambiente. Cioè, lo smantellamento sarebbe consentito purché le fonti di approvvigionamento idrico non vengano compromesse. Infine è inclusa una categoria “urbana” di 30.209 ha. e una superficie di 12.158 ettari di specchi d’acqua.

 
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