Nell’agosto 2015, César Luis Menotti ha condiviso la sua filosofia sullo stato del calcio in un imperdibile faccia a faccia con Mauricio Coccolo. L’incontro si è svolto nel quadro del Congresso internazionale del calcio.
Alcune delle affermazioni più rilevanti:
Rapporto con Pep Guardiola. Menotti ha rivelato di avere un rapporto affettivo con l’allenatore spagnolo, che lo ha consultato prima di iniziare la carriera da allenatore.
Lionel Messi, il miglior giocatore del mondo. L’allenatore campione del mondo nel ’78 non ha risparmiato elogi a Lionel Messi, da lui definito “il miglior giocatore del mondo”. Ha riconosciuto il suo impatto sia nel calcio argentino che sulla scena internazionale.
Dipendenza da Messi. Tuttavia, Menotti ha anche espresso preoccupazione per l’eccessiva dipendenza dell’Argentina da Messi negli ultimi cinque anni. “Se ho un giocatore come Messi e non gli passiamo la palla in dodici secondi, qualcosa non va”, ha detto.
Confronto tra attori locali e internazionali. Ha sfidato la convinzione comune secondo cui i giocatori che vengono dall’Europa sono automaticamente migliori. “Ogni giocatore che viene dall’Europa sembra essere migliore, e le cose non sono così”, ha detto. È fondamentale valorizzare il talento locale e non sottovalutarlo.
Critica alle politiche calcistiche argentine. L’ex allenatore ha criticato con forza la gestione dei fondi e la mancanza di trasparenza nel calcio argentino. Ha fatto riferimento allo Stato nazionale che consegna ingenti somme di denaro senza un’adeguata responsabilità. “Un sistema organizzativo disastroso ha portato il calcio argentino a una crisi che non può essere creduta”, ha lamentato.
Il calcio come fatto culturale. Menotti ha concluso l’intervista ribadendo la sua visione del calcio come fenomeno culturale. Ha sostenuto di ripensare lo sport e di sostenere i leader con una visione diversa. “Il calcio argentino vive nella desolazione da 30 anni”, ha concluso.
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